Emicrania, chip per la cura: come funziona lo stimolatore impiantabile che dialoga con un’app

Lo strumento messo a punto dall’ateneo di Pisa

Martedì 19 Settembre 2023 di Maria Rita Montebelli
Mai più emicrania: si cura con un chip, uno stimolatore impiantabile tra nuca e collo che dialoga con un’app

Dalla malattia di Alzheimer al Parkinson, dall’ictus cerebrale alla sclerosi multipla, dall’epilessia alle malattie neuromuscolari fino all’emicrania e ai disturbi del sonno. Prevenire le malattie del sistema nervoso è la sfida lanciata in occasione della Giornata nazionale della Neurologia che si celebra il 22 settembre. È l’attore e musicista Stefano Fresi il nuovo ambasciatore della Società Italiana di Neurologia.
La patologia più diffusa tra quelle neurologiche, 7 milioni di pazienti, è l’emicrania.

Per la quale negli ultimi tempi sono stati fatti incredibili passi in avanti nel trattamento. A patto naturalmente di rivolgersi in un centro specializzato e a specialisti aggiornati.

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L’ATTACCO

L’emicrania cronica è una cefalea persistente per almeno 3 mesi o un mal di testa severo che dura circa quindici giorni al mese. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una delle patologie più invalidanti che esitano, paragonabile alla quadriplegia (paralisi di tutti e quattro gli arti) e alla demenza. E se una cura definitiva per l’emicrania non è ancora stata trovata, di certo oggi i neurologi sono in grado di trattarla in modo più efficace che in passato. Anzi.

Soprattutto negli ultimi due anni. I trattamenti anti- emicrania possono essere mirati a prevenire l’attacco o a stroncarlo il più rapidamente possibile. Tra i primi, i più innovativi sono i farmaci 5-HT1f (lasmiditan), gli antagonisti del CGRP (rimegepant, ubrogepant e il nuovissimo zavegepant somministrato come spray nasale). E se la diidroergotamina non è certo una novità nel trattamento dell’emicrania, lo è però la sua formulazione in spray nasale. Un’altra new entry è rappresentata infine dal celecoxib, farmaco “vintage”, utilizzato ampiamente per i dolori artrosici, che di recente si è rivelato di una certa efficacia anche contro alcune forme di emicrania. Negli Usa è disponibile anche in formulazione liquida.

Tra le novità per la prevenzione dell’emicrania figurano invece gli anticorpi monoclonali anti-CGRP, che si iniettano una volta al mese sottocute (erenumab, fremanezumab e galcanezumab) o endovena una volta ogni tre mesi (eptinezumab.b e galcanezumab) o endovena una volta ogni tre mesi (eptinezumab).
Una possibilità di cura alternativa ai farmaci, è la tossina botulinica (Botox), iniettato in alcuni punti specifici per bloccare alcuni nervi, ma che richiede diverse sessioni di somministrazione ogni anno.
Gli ultimi arrivati infine sono i trattamenti di neurostimolazione che inviano impulsi elettrici al nervo occipitale e risultano efficaci in un’elevata percentuale di pazienti emicranici; si tratta però di soluzioni in fase di perfezionamento. 

LA CORRENTE

Ed è proprio questo il campo di cui si occupa il consorzio europeo “TARA”, coordinato dall’Università di Pisa, dalla quale arriva la notizia della messa a punto di un prototipo di neurostimolatore impiantabile, per curare l’emicrania senza farmaci. Ha l’aspetto di un cilindretto dotato di elettrodi, viene impiantato sottocute, tra il collo e la nuca e dialoga con un ricevitore esterno consentendo così di modulare e gestire la generazione degli impulsi elettrici. Il paziente attraverso un’apposita app può scegliere tra un menu di sequenze di impulsi, concordate con lo specialista neurologo, quella più adatta a spegnere la sua emicrania. ««Come Università di Pisa, oltre a coordinare il progetto - spiega Massimo Piotto, docente del dipartimento di Ingegneria dell’informazione - abbiamo sviluppato e progettato il chip per la generazione degli impulsi di corrente per gli elettrodi impiantati».

Infine, non va trascurata l’importanza dello stile di vita. Otto ore di riposo filate sono fondamentali, come anche evitare i cibi scatenanti. L’attività fisica, soprattutto all’aperto, aiuta a regolare il ritmo del sonno e dei pasti, mentre una serie di tecniche di rilassamento, dallo yoga, alla meditazione, al biofeedback risultano d’aiuto in molte persone.

I SEGNALI

«Siamo grati a Stefano Fresi – commenta il professor Alfredo Berardelli, presidente della Società Italiana di Neurologia - per la disponibilità a sostenerci nel nostro impegno contro le malattie neurologiche. Proteggere il nostro cervello significa non solo modificare errate abitudini di vita, di cui siamo spesso inconsapevoli, ma anche non sottovalutare sintomi e manifestazioni che indicano disturbi, che il neurologo sa subito riconoscere. La diagnosi precoce anche in campo neurologico è fondamentale e rappresenta una potente arma di prevenzione che consente di mettere in atto interventi volti a limitare gravi conseguenze».

Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 15:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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