Infarto e ictus, diete senza proteine animali proteggono il cuore e riducono i rischi: lo studio

Una ricerca dell’università di Copenhagen ha individuato tutti gli effetti benefici dell’alimentazione senza proteine animali sull’equilibrio del sistema cardiovascolare

Mercoledì 26 Luglio 2023 di Antonio G.Rebuzzi*
Infarto e ictus, diete senza proteine animali proteggono il cuore e riducono i rischi: lo studio

Le diete che si basano principalmente su una alimentazione vegetale sono diventate sempre più popolari grazie ai loro presunti benefici sulla salute ed al loro positivo impatto sull'ambiente.

Vi sono diversi tipi di dieta vegetariana, ma tutte escludono sia la carne animale che i composti a base di carne. La vegana è totalmente a base di vegetali (escludendo anche uova o pesce).

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Sull'ultimo numero della rivista European Heart Journal, Caroline A. Koch ed i suoi collaboratori del dipartimento di Biochimica Clinica del Copenhagen University Hospital (Danimarca) hanno pubblicato una revisione di tutti i più importanti studi condotti in diversi Paesi del Mondo tra il 1982 ed il 2022.
Hanno valutato la differenza tra dieta vegana/vegetariana e dieta normalmente onnivora per quanto riguarda i loro effetti sui livelli dei lipidi nel sangue e sull'effetto di tali regimi dietetici sul rischio cardiovascolare.
Data la numerosità di pazienti, nonché la differenza tra vari regimi dietetici, i risultati sono da prendere con le molle. Ma sono comunque molto interessanti e meritano un'attenta considerazione.

I TRIGLICERIDI

La dieta vegetariana/vegana ha portato, rispetto a quella onnivora, ad una riduzione media del colesterolo totale di 34 mmol/L pari al 7%. Il colesterolo LDL è ridotto di 30 mmol/L pari al 10% e le apolipoproteine B sono ridotte di circa 13 mg/dL pari al 14%. Non vi sono state modificazioni significative per i trigliceridi.
Numerosi fattori possono spiegare perché i regimi vegetariani portano ad una riduzione dei livelli di colesterolo. Queste diete non prevedono tutti alimenti in cui è alta la presenza di grassi saturi e colesterolo ed è minima quella di grassi polinsaturi. Tutti gli studi epidemiologici hanno dimostrato una grossa correlazione tra introduzione di grassi saturi, livelli di colesterolo e malattie cardiovascolari.


Inoltre è ampiamente dimostrato che sostituire grassi saturi con grassi polinsaturi di origine vegetale può ridurre il rischio cardiaco fino al 30%, che è simile alla riduzione ottenibile con una terapia di statine.
Inoltre i vegetariani tendono ad essere più magri degli onnivori. In uno studio di sorveglianza sanitaria dell'American Adventists Population, gli onnivori avevano un indice di massa corporea mediamente più elevato dei vegetariani ed ancora di più dei vegani. E questo ha notevole importanza sia sul rischio cardiaco che anche su quello di sviluppare diabete. Vi sono però alcuni rischi ben descritti in un recente articolo pubblicato sull'European Heart Journal da Tian Wang del Perkins Center dalla Sidney University. Quando i regimi vegetariani, ed in particolare vegani, sono troppo restrittivi, si ha un rischio maggiore di incorrere in emorragie anche cerebrali, in fratture ed in deficienze vitaminiche.

LO ZINCO

Si possono avere carenze di ferro, zinco, calcio particolarmente importanti per la nostra salute. È importante perciò, se si decide di seguire questi regimi alimentari, porre particolare attenzione alla composizione ed alla qualità della dieta, facendosi seguire da un nutrizionista.

*Professore di Cardiologia Università Cattolica, Roma
 

Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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