Il quotidiano New York Post li ha definiti gli "invincibili": sono coloro che da inizio pandemia, malgrado una vita fatta anche di rischi a causa del lavoro, dei rapporti sociali e familiari, hanno sempre evitato il Covid.
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Covid, il mistero degli "invincibili"
Allo stesso modo non sappiamo come mai in Italia vi siano circa 40 milioni di persone che in due anni di intensa circolazione del virus non sono state mai contagiate, mentre c'è chi invece si è infettato anche due o tre volte. Ovviamente si tratta di una stima: i positivi ufficiali in Italia sono stati 5,8 milioni, ma contando gli asintomatici che non si sono accorti del contagio, quella cifre può essere moltiplicata per tre. Ma 20 milioni di contagiati significa, in Italia, anche 40 milioni di mai infettati.
Anthony Fauci, il più importante virologo americano, ha avvertito: «Con la nuova variante Omicron il virus raggiungerà pressoché tutti». E in effetti, ora che in Italia la Omicron rappresenta oltre l'80 per cento dei nuovi casi positivi, ogni giorno 180-200mila persone escono dal "club degli invincibili". Una percentuale attorno al 3 per cento, in realtà, paga una re-infezione, ma tutti gli altri sono coloro che fino ad oggi hanno sempre schivato il virus e vengono contagiati.
Ma cosa rende più difficile il contagio? Chi sono gli "invincibili", restando alla definzione del New York Post? Una parte, probabilmente, è rappresentata da chi a inizio pandemia è stato contagiato da asintomatico e non lo ha mai saputo. Le reinfezioni sono possibili, ma non sono così frequenti e quindi questa condizione potrebbe avere avuto il ruolo di scudo difensivo. C'è però un problema: la Omicron ha dimostrato di aggirare l'immunità naturale sviluppata con altre varianti, dunque quello scudo ora è meno efficace.
Tornando nelgi Usa, l'articolo del New York Post riporta la dichiarazione di Pia MacDonald, epidemiologa di malattie infettive presso l'istituto di ricerca senza scopo di lucro RTI International: «Un gruppo globale di ricercatori è alla ricerca di persone che sono state esposte al virus ma non sono state infettate, Lo studio confronterà il DNA delle persone che vengono infettate con il DNA delle persone che vengono esposte ma non infettate per vedere se ci sono varianti genetiche che significano che non puoi essere infettato».
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