«Abbiamo smesso di dormire, mangiare, respirare.
Ucraina, cinque milioni di profughi, l'Onu: proteggere i bambini
«SIAMO SOTTO CHOC»
La voce di Olga trema, fa fatica a trattenere le lacrime, «siamo sotto choc, sotto pressione da otto anni, sono cresciuta sotto il regime, ora vogliamo vivere tranquilli come voi italiani, in pace sulla terra nostra. Ora Putin se la vuole prendere tutta, vuol essere uno zar nel 2022». Ha figli e nipoti in un paese non lontano da Leopoli, «gli aerei russi volano sulle loro teste. Mia nuora piange, vorrebbe andar via con i piccoli di 6 e 3 anni, ma mio figlio dice: Mamma con quale coscienza lascio il mio paese? Devo proteggere la mia terra e la mia famiglia. Io sono orgogliosa che tanti giovani stanno tornando per difendere la loro terra, è nostra e nessuno deve distruggerla».
PRIME MINACCE
«Noi siamo i figli dell'ex Urss, abbiamo vissuto tante trasformazioni, il patriottismo per noi è come il latte della mamma, siamo sempre stati orgogliosi di essere russi, ma quando abbiamo saputo dell'invasione dell'Ucraina abbiamo pianto: siamo sotto choc». C'è paura nella voce di alcune parrocchiane della chiesa di Santa Caterina Martire, punto di riferimento per gli ortodossi russi nella Capitale. C'è chi non vuole dire il proprio nome, chi ha comunque bisogno di sfogarsi. «Pensavo che Putin sarebbe andato a liberare i nostri fratelli russi del Donbass ed ero contenta, abbiamo pensato finalmente! - da 15 anni a Roma, sposata con un italiano, la chiameremo Sofia - lì c'è la guerra dal 2014, e invece ha invaso tutta l'Ucraina, nel 2022 c'è sicuramente un altro modo per risolvere i problemi». L'orgoglio di essere russa sembra incrinarsi. «Ci accusano per questa guerra, ci additano solo perché siamo russi e quindi automaticamente responsabili delle bombe di questi giorni e ormai, quando i vicini mi incontrano abbassano lo sguardo». Non la salutano più. Spiega poi come anche altre parrocchiane siano preoccupate per i propri figli. «Paura per i ragazzi, si teme che possano essere insultati a scuola perché i compagni sanno che la mamma è russa, all'inizio provavano a spiegare la situazione del Donbass dove ci sono oltre un milione di russi che vengono bistrattati da anni, ma dopo la dichiarazione di guerra all'Ucraina, cosa potrebbero mai dire?». Si teme insomma che possano essere vittime di bullismo. E aggiunge: «L'intervento in Donbass era per aiutare i nostri fratelli russi patrioti, invece ora siamo diventati gli aggressori». Spiega anche però della richiesta di entrata nella Nato nell'Ucraina e «di Putin che alla Nazione ha detto che l'Ucraina voleva le armi nucleari».
La chiesa è frequentata da molti ucraini e moldavi. «La religione unisce». Due giorni fa il patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha scritto in un messaggio di essere «profondamente empatico con tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia». Ma la comunità russa ora ha paura per l'odio che potrebbe travolgerli. Una testimonianza? L'Associazione Culturale Matrioska a San Paolo è tempestata da telefonate di minacce e di odio. «Ma io sono armeno - dice il responsabile Gagik, 44 anni, da 23 in Italia - noi siamo specializzati nella cucina dei paesi dell'ex Urss, io condanno la guerra, L'Europa ha lasciata sola l'Ucraina: sono esausto perché ci scambiano per russi e oggi stesso chiamo il commercialista per far cambiare nome all'associazione». E aggiunge: «Quando l'Azerbaigian ha invaso l'Armenia nessuno ne ha parlato, perché ci sono interessi: ci sono ancora 200 prigionieri». Un messaggio di unione arriva da Milano dove ha sede l'Alleanza mondiale delle donne russofone che ha progetti in tutta Italia e anche a Roma se c'è bisogno. «Aiutiamo le donne di 21 Paesi, ci sono anche ucraine e russe, lottiamo contro la violenza sulle donne, diamo assistenza legale, aiutiamo in caso di crisi familiare - dice Tatiana Tchouvileva, russa, di Mosca, 69 anni - aiutiamo tutte e continueremo a farlo, tra le donne c'è più solidarietà».