Un tempo era più facile riconoscere le leggende metropolitane.
Si pensi alla storia dei ladri di cane che colpiscono in città con il furgone bianco. C’è una base di verità accertata: il fenomeno dei furti di cani è reale e in aumento, succede ovunque nel mondo e Roma non fa eccezione. L’esistenza dei rapinatori con il furgone bianco non si può dire certa, ma possibile sì: più testimoni dichiarano di averli visti e hanno sporto denuncia ai carabinieri. Ma che dire degli allarmi, irradiati attraverso i social, su una fantomatica donna, «un straniera, con la mascherina sul volto», che si avvicina al padrone, chiede nome, età e razza del cane, gli fa un video e poi trasmette le informazioni ai ladri per indirizzarli. Sarà proprio così? E sarà vero che i poveri animali rubati vengono poi usati come cani da combattimento? C’è davvero qualcuno che si azzarda a portare via un pitbull? Impossibile distinguere il grano dei fatti dall’erbaccia dell’immaginazione. Se oggi ci raccontassero che i cani rubati finiscono in una botola a via del Corso, chi si prenderebbe la responsabilità di smentirlo?
pietro.piovani@ilmessaggero.it