La sindaca di Roma Virginia Raggi "bocciata" dai romani: otto su dieci non la rivoterebbero alle prossime elezioni, dove la favorita in caso di candidatura sarebbe la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, seguita da Carlo Calenda e Alessandro Di Battista. A pesare sull'insufficienza affibbiata dai cittadini all'amministrazione M5S sono la situazione dei rifiuti, delle strade, del traffico e dei trasporti, oltre a una qualita' di vita percepita in costante calo. Sono alcuni dei risultati del sondaggio realizzato da Tecne' per l'Agenzia DIRE sulle intenzioni di voto a Roma in vista delle elezioni amministrative 2021, sia per quanto riguarda le liste che i possibili candidati a sindaco, presentato oggi nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, a Palazzo Madama, dal direttore dell'Agenzia DIRE, Nico Perrone, e dal direttore scientifico di Tecne', Carlo Buttaroni. Presenti anche i senatori Bruno Astorre (Pd) e Paola Binetti (Udc) e i capigruppo del Campidoglio Andrea De Priamo (Fdi) e Maurizio Politi (Lega).
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Per quanto riguarda le intenzioni di voto ai partiti, il Pd si confermerebbe primo partito a Roma con il 24% dei voti.
Per il centrodestra l'ipotesi sondata e' quella di Giorgia Meloni: giudizio positivo per il 27%, negativo per il 54% (il 19% non si esprime). Il centrosinistra nel sondaggio e' rappresentato da Carlo Calenda: il 20% dei cittadini interrogati ne giudica positivamente la candidatura, il 56% da' un voto inferiore al 6 (il 24% si astiene). In una corsa a tre al primo turno, Giorgia Meloni sarebbe avanti con il 27%, inseguita da Calenda al 19%. Per il M5S al variare del candidato le cose cambierebbero di molto poco: Raggi raccoglierebbe il 10%, Di Battista l'11. Nelle sfide a due, Meloni risulta vincitrice in ogni duello: Raggi e Di Battista raccoglierebbero rispettivamente il 12 e il 13% con Meloni staccata al 28% (astensione tra gli intervistati rispettivamente al 60 e al 59%), solo Calenda in un eventuale ballottaggio potrebbe impensierire la leader di Fdi, con il 20% a fronte dello stabile 28% di Meloni (l'astensione in questo caso scende al 53%).