Il rumore dei trapani copre il battere della pioggia e pure fuori dal quel cortile, sede di una delle tante autofficine private che per conto di Ama riparano i mezzi dell'azienda, decine di camioncini e piccoli squaletti sono fermi, inermi. Chissà da quanti giorni sostano lì in attesa che qualche operaio inizi a interessarsene. Via dell'Omo, periferia Est di Roma, nascosta tra i tanti capannoni - che pure più volte sono finiti al centro dei blitz di polizia, carabinieri e guardia di finanza contro il mercato delle contraffazioni - si scopre uno dei diversi centri che all'occorrenza diventa pronto soccorso per i camion dell'azienda municipalizzata dei rifiuti.
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IL LAVORO
«Quanto tempo impiegate a rimettere in moto un furgoncino?». «Ma lei chi è, che vuole?». Dopo la presentazione e a seguito della richiesta di maggiori dettagli il vociare diventa silenzio: «Non possiamo rilasciare informazioni». Poi ecco che dall'amministrazione scende un dipendente e spiega come sì, l'autofficina in questione dal «2004 ha un contratto con Ama per interventi di riparazione e manutenzione sui mezzi», ma che negli ultimi mesi la filiera è andata a rilento. Motivo? «La pandemia, i dipendenti assenti - spiega l'impiegato dell'amministrazione - quelli in cassa integrazione e i ritardi sui pezzi di ricambio, che vanno prima ordinati e poi ricevuti». La catena si è interrotta e i mezzi restano fermi. Per quanto? Chissà, settimane forse mesi. Risalendo in macchina e percorrendo via di Salone - sempre alla periferia Est della Capitale - si arriva ad un'altra grande autofficina che sempre per conto di Ama provvede alla manutenzione di camioncini e furgoni. Qui c'è anche il deposito della Sarim, l'azienda che per conto della municipalizzata si occupa del ritiro dei rifiuti per i pubblici esercizi. Anche in questo caso però nel cortile si contano decine e decine di furgoncini fermi e guasti, alcuni hanno sul cruscotto l'ultima scheda di marcia datata ottobre 2021.
PREVENTIVI NON APPROVATI
Un dipendente ci chiede di uscire perché non può rispondere alle domande fino a che a spiegare come vada avanti il lavoro interviene l'amministratore delegato Piero Fantauzzi: «Abbiamo avuto un incontro con l'azienda la settimana scorsa, ci hanno chiesto di accelerare al massimo sulla consegna dei mezzi ma noi stavamo fermi perché dal mese di luglio non ci approvavano i preventivi, noi senza autorizzazione non possiamo intervenire sui mezzi se non viene approvato il preventivo che diventa poi ordine». In sostanza l'Ama non ha dato il via libera agli interventi perché ritenuti troppo onerosi. «In sede di gara abbiamo presentato dei listini prezzi e dei tempari di lavorazione, che non inventiamo noi ma ricalcano quelle delle case costruttrici ma gli ultimi interventi non sono stati approvati perché ritenuti troppo costosi». Ora pare che la situazione si sia sbloccata vista l'emergenza da risolvere e quindi l'autofficina ha iniziato a lavorare riconsegnando i primi dieci mezzi e iniziando i lavori su altrettanti. Ma non finisce qui. Gli stessi problemi si ripetono anche in un'altra officina alla Romanina dove il personale non è affatto propenso ad accoglierci: «Non ci potete stare qui e il titolare sarà in riunione tutto il giorno». Intanto però anche in questo caso i mezzi dell'Ama sono parcheggiati e fermi, un camion addirittura - tanto è l'ingombro nel piazzale di lavoro - è stato fermato fuori dal centro ed occupa per intero il marciapiede, con buona pace dei pedoni. Solo in queste tre officine si contano più di cento mezzi dell'Ama fermi. Utili alla raccolta ma al momento inutilizzabili. Intanto nella municipalizzata è stato avviato l'iter di ristrutturazione su base territoriale della governance tecnico-amministrativa dell'azienda mediante la costituzione di 15 distinte Ama di Municipio.