«Conosco quel ragazzo e conosco la mamma che mi ha provato a chiamare ma non me la sono sentita di risponderle. Lo denuncerò perché mio figlio è stato solo fortunato. Voglio sapere e capire perché quel ragazzino girava armato di un coltello». Simona, la madre di M.R., il 14enne capoverdiano accoltellato ieri sera intorno alle 20 in viale Giulio Cesare davanti alla fermata della metro A di Lepanto, sa chi ha ferito gravemente il figlio.
Il sangue
Sul posto, in aiuto del giovane ferito sono intervenuti i medici del 118 che lo hanno medicato sul posto e poi trasportato in codice rosso. Nella notte è stato sottoposto a un intervento al braccio destro, la prognosi verrà sciolta questa mattina. Intanto gli amici della vittima, diventati testimoni dell'aggressione, sono stati ascoltati in commissariato. Mentre il giovane armato, è stato fermato e denunciato a tarda notte. Scioccati i passanti: «Questa sera stavo uscendo dalla metropolitana quando ho visto il ragazzo a terra. C'era tutto sangue attorno e tantissima gente. Le persone urlavano e in quel momento devo dire di aver avuto tanta paura. Sono rimasta a guardare per pochissimo, poi sono andata subito via. Non ho visto però chi è stato ad accoltellare il ragazzo», racconta una passante di origini filippine. Si sente il suo imbarazzo a ricordare questa storia, così a un certo punto accelera il passo e vede il 70. Sale sull'autobus e fugge. Un vigilante che faceva il servizio di controllo sulla metro A, tra Battistini e Termini, era appena uscito a Lepanto. A quel punto gli hanno chiesto di rimanere lì tutta la sera, fino alle 22, per controllare l'ingresso rimasto chiuso dal nastro bianco e rosso dei carabinieri, proprio sotto la sede dell'Istituto regionale Jemolo. Claudia, Stefania e Alessandra sono ferme in un'auto a pochi passi dalla stazione. Sono rientrate in macchina subito dopo aver visto le chiazze di sangue e i passanti con lo smartphone che riprendevano la scena del crimine violento. Claudia voleva prendere la metropolitana ma si è messa paura. «La stiamo portando a Ottaviano perché non vuole salire più qui. Ha paura. Noi non abbiamo parole», commentano le amiche.