Si muove lungo tre direttrici il piano per rilanciare le periferie di Roma: ristrutturazione, rifunzionalizzazione ecosostenibile, più cultura e attenzione al sociale per fare in modo che quei luoghi, patrimonio della Capitale, si lascino alle spalle il degrado, il sottosviluppo e la criminalità. Cuba ben 180 milioni il rilancio di tre zone nevralgiche di Roma: Corviale, Santa Maria della Pietà, Tor Bella Monaca attraverso i fondi del Pnrr previsti nei cosiddetti “Piano integrati”.
SERVIZI E CULTURA
Ecco allora che le risorse previste dal Pnrr saranno così ripartite: 50 milioni per Corviale, altrettanti per Santa Maria della Pietà e circa 80 milioni per interventi sul quadrante di Tor Bella Monaca-Tor Vergata. Nel primo caso il progetto è ben articolato: «Ci sarà il recupero della funzionalità di alcuni edifici - argomenta l’assessore - il centro Campanella con la scuola di formazione e le attività della Biblioteca Nicolini, poi c’è tutto il nucleo della piazza dei servizi, di fronte al Serpentone» dove in quei luoghi abbandonati e dimenticati sorgeranno il farmer’s market, uno presidio di polizia, una piazza di artigiani che potranno lavorare in locali con canoni calmierati. «Si opera su due fronti - spiega Veloccia - quello culturale e quello dei servizi». Di più: si punta a recuperare lo spazio urbano nella sua interezza, con interventi anche «nelle immense aree verdi che fanno parte del quadrante di Corviale, spesso trasformate in discariche - prosegue ancora l’assessore - in cui potranno essere realizzati orti urbani e giardini». Infine un palazzetto dello sport polifunzionale in via dei Maroi e un recupero da parte dell’Ater della cosiddetta “plancia H” delle case popolari del Serpentone.
«CITTADELLA DEL BENESSERE»
Passando al Santa Maria della Pietà il progetto punta a continuare sulla scia intrapresa anni fa dalla Regione per costituire una cittadella del “benessere” «Ci sarà il pieno recupero del parco monumentale attraverso la realizzazione di percorsi pedonali, ciclopedonali, la sostituzione degli arredi e delle alberature - entra nel dettaglio Veloccia - e di una parte dei padiglioni per fare in modo di completare il lavoro intrapreso anni fa al fine di creare una città del benessere sulla strada intrapresa dall’Asl Roma 1 e dunque una riqualificazione del museo della mente, spazi di carattere sociale, il potenziamento delle strutture per i minori, un consultorio, progetti di sostegno per l’autonomia femminile e dunque creazione di alloggi protetti». Ma anche qui si va oltre: passando dalla realizzazione di una nuova biblioteca pubblica a spazi di formazione, coworking, luoghi da dedicare alle start-up fino ad arrivare alla riqualificazione dell’intera area oggi occupata dal campo nomade di via Lombroso e al completamento del parcheggio pubblico di via Vinci. Infine Tor Bella Monaca dove si punta a riqualificare il complesso “R5” tra i più problematici perché piazza di spaccio e fortino di clan attraverso l’efficentamento energetico, il recupero degli spazi comuni da mettere a disposizione dell’associazionismo e dei comitati di quartiere per arrivare poi a creare un “legame” fisico con l’area di Tor Vergata. La dead-line è fissata al 2026: quattro anni di tempo per un riscatto possibile.