Farmaci prescritti a ignari pazienti e fatti pagare dal sistema sanitario nazionale.
IL GIRO
Ma nel giro sarebbero coinvolte più persone. Sono una ventina, infatti, gli indagati e si tratta di altri dottori di famiglia (la maggior parte sempre concentrata nella Asl 1) ma anche di numerosi farmacisti compiacenti che accettavano le ricette rosse compilate dai primi. O meglio a redigerle materialmente, secondo quanto appurato nelle prime fasi di indagine da parte dei militari di via dell'Aeronautica, sarebbe stato direttamente lo scaltro 55enne che si faceva consegnare i ricettari in bianco dai dottori per poi riempirli con la lista dei medicinali di cui era rappresentante, ossia antimicotici e antivirali.
La circostanza, appunto, sarebbe stata rilevata anche nel caso del medico su cui ora pende il provvedimento del giudice. Tanto ne aveva conquistato la fiducia - dietro congrui compensi stando all'inchiesta - da farsi lasciare carta bianca. Insomma sui ricettari uno dopo l'altro comparivano i nomi e i codici fiscali degli assistiti che non ne sapevano nulla. Spesso si trattava di persone molto anziane o di pazienti che raramente si affacciavano in studio per una visita. Il sistema, dunque, sarebbe andato avanti anche in piena pandemia, quando il Covid faceva molta più paura di oggi e controlli medici ed esami specialistici erano molto rallentati.
ANOMALIE
Nonostante la crisi per il settore che lo riguardava, il rappresentante farmaceutico, esperto e ben introdotto anche tra gli studi medici più conosciuti, continuava a registrare ottimi fatturati e a raggiungere tutti i target aziendali. Il sospetto degli inquirenti è che anche medici e farmacisti avessero il loro buon tornaconto dal sistema messo in piedi, attraverso una congrua spartizione dei ricavi o la ricezione di benefits vari. Come, per esempio, per ambulatori in fase di avviamento, il dirottamento di un buon numero di pazienti su cui lucrare la corrispondente quota di assistenza sanitaria. L'anomalia riguardo una eccessiva prescrizione di medicinali contenenti come principi attivi Fluconazolo (antimicotico) e Famciclovir (antivirale) aveva fatto scattare l'alert presso il Servizio farmaceutico dell'Asl 1 che aveva così attivato gli specialisti del Nas. Secondo l'ipotesi d'accusa, i due indagati avrebbero simulato iperprescrizioni di farmaci in favore di ignari assistiti, al fine di ottenere il totale rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario Regionale, finora contestato nei loro confronti per 25mila euro.