Norme chiare e strumenti efficaci (anche con l’ausilio della tecnologia) per farle rispettare.
Monopattini, assedio Roma. A Milano, invece, li rimuovono
Le infrazioni
I problemi sono evidenti. In primis la sosta selvaggia: a ridosso dei monumenti, sui marciapiedi e nelle piazze di maggior pregio. Ma anche la velocità eccessiva, e l’utilizzo del monopattino in due o senza casco. Comportamenti che non permettono a questi mezzi di rappresentare efficacemente «quell’alternativa sostenibile alla mobilità cittadina, per la quale sarebbero invece molto utili», aggiunge il presidente di Telma Lab. Anche i controlli scarseggiano: la polizia locale ha rimosso 70 monopattini in un mese, perché intralciavano il traffico, più 200 multe. Insomma, una media di poco più di due rimozioni al giorno. E gli addetti delle società di sharing, su cui ricade la responsabilità dei mezzi, li vanno a recuperare ovunque.
LE SANZIONI
Localizzazione tramite app per le multe
Per tamponare la sosta selvaggia dei monopattini ci sarebbe un rimedio tecnologico, di sicura efficacia. Si potrebbe utilizzare, sui monopattini in sharing, il sistema di geolocalizzazione, collegato alle app utilizzate per il noleggio, anche per verificare il corretto utilizzo degli stessi mezzi. Questo per evitare l’accesso in aree non aperte alla circolazione, o comunque non adatte alle due ruote. E soprattutto per assicurarsi che il monopattino, a fine corsa, venga parcheggiato in maniera regolare. In caso di multa, infatti, la sanzione andrebbe direttamente a carico di colui che l’ha commessa.
I PARCHEGGI
Stalli con sensori come avviene per le biciclette
Per i monopattini vanno delimitate delle aree di sosta ben definite, tipo quelle utilizzate per moto e ciclomotori, nelle zone più frequentate da questo tipo di mezzi. E queste aree potrebbero essere agevolmente dotate di sensori elettronici collegati in rete, tipo quelli utilizzati altrove per le rastrelliere delle biciclette. Sarebbe un metodo altro modo efficace per controllare che i monopattini vengano parcheggiati in modo regolare, evitando così l’assedio costante a piazze, marciapiedi e monumenti. Perché riservare degli spazi esclusivi per questi mezzi porterebbe con sé un’inevitabile conseguenza: tolleranza zero per chiunque li lasci fuori dalle aree consentite, che sarebbero peraltro difese da “invasioni” illegittime da parte di altri veicoli.
I PERCORSI
Viaggi consentiti soltanto su piste ciclopedonali
I monopattini a Roma «devono avere dei percorsi riservati e ben delimitati, con apposita segnaletica», spiega Carlo Tosti, presidente di Telma Lab. E, di contro, «va assolutamente vietata la circolazione di questi mezzi fuori dagli itinerari consentiti». Che sono, in sostanza, quelli permessi alle bici. Eppure troppo spesso si vedono monopattini sfrecciare sui marciapiedi o nelle strade a scorrimento veloce. Violando così le norme del Codice della strada e superando frequentemente la velocità massima consentita: 25 chilometri orari, ridotti a 6 nelle aree pedonali.