El Shaarawy e il ladro d’auto. Il pm: «Nessun pestaggio»

Venerdì 17 Settembre 2021 di Michela Allegri
El Shaarawy, fine dell’incubo «Non picchiò il ladro»

Nessun pestaggio: il calciatore della Roma Stephan El Shaarawy, finito sotto inchiesta per lesioni gravi per avere picchiato Jose Carlos Aliaga Sagardia che, lo scorso febbraio, aveva cercato di rubare la sua Lamborghini, non ha alzato le mani sul ladro, procurandogli lesioni guaribili in 60 giorni di prognosi.

Ne è convinto il pubblico ministero Carlo Villani, titolare del fascicolo, che ha deciso di chiedere l’archiviazione delle accuse a carico del calciatore. Dagli accertamenti è infatti emerso che lo sportivo si sarebbe limitato a inseguire e bloccare l’uomo, di origine cilena, tenendolo fermo fino al momento dell’arresto.

Lo straniero, condannato a un anno e mezzo per tentativo di furto, aveva raccontato di essere stato picchiato selvaggiamente. In realtà, secondo gli inquirenti, si sarebbe provocato da solo le lesioni. Il pm Villani, nelle 18 pagine della richiesta di archiviazione, sottolinea che il cileno non sarebbe credibile, considerando i suoi precedenti giudiziari, ma anche tenendo conto del fatto che nel suo passato ci sono episodi di autolesionismo. Alcuni testimoni, inoltre, hanno raccontato di averlo visto mentre si infliggeva i colpi.

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I FATTI

I fatti sono del 12 febbraio 2012 e sono avvenuti in via Sud Africa, zona Eur. Il calciatore sente suonare l’allarme della sua auto, si precipita in strada e vede Sagardia mentre cerca di rompere un finestrino. Una volta scoperto, inizia a fuggire. Ma lo sportivo lo insegue, lo raggiunge e lo fa cadere con uno sgambetto. Aiutato da alcuni testimoni, riesce a bloccare il cileno fino all’arrivo di alcuni agenti del commissariato Esposizione, che lo arrestano. Il 25 maggio, Sagardia viene condannato, ma le sue ferite non convincono il giudice, che decide di trasmettere gli atti della procura. 

A questo punto le versioni sono diverse: il cileno, che in ospedale ha ricevuto una prognosi di ben 60 giorni, dice di essere stato picchiato con violenza dal calciatore, mentre era bloccato in terra. Dice di avere anche perso i sensi. «L’ho fatto cadere, ma poi non l’ho più toccato», si difende invece il “Faraone” durante l’interrogatorio, lo scorso luglio, difeso dall’avvocato Gianluca Tognozzi.

I PASSANTI

La versione dello sportivo viene confermata dal racconto di due passanti che, attirati dalle urla del giocatore, hanno assistito all’inseguimento e al placcaggio. I testimoni raccontano che il ladro ha compiuto atti di autolesionismo, ferendosi al volto e alle gambe. Hanno anche detto che il calciatore si è limitato a fermare Sagardia per consentirne l’arresto. I poliziotti presenti, sentiti in aula durante il processo, hanno dichiarato di avere visto il cileno colpirsi da solo. Anche un altro dato non ha convinto la Procura.

Subito dopo l’arresto, al ladro vengono diagnosticati un politrauma contusivo ed escoriativo, oltre a qualche altra abrasione: tutto guaribile in 7 giorni di prognosi, secondo quanto certificato dai medici dell’ospedale Sant’Eugenio. Al cileno viene chiesto se vuole essere sottoposto a esami radiologici, ma lui rifiuta. Dal 13 febbraio - il giorno dopo i fatti - lo straniero viene mandato ai domiciliari. Il 14 e il 15 del mese vengono rilasciate altre due certificazioni mediche: una parla di 30 giorni di prognosi, l’altra addirittura di 60. Il sospetto è che si tratti di ferite successive allo scontro con il calciatore della Roma. Soddisfatto per l’esito l’avvocato Tognozzi: «Con l’interrogatorio El Shaarawy ha definitivamente chiarito la dinamica, che era già stata delineata da diversi testimoni».
 

Ultimo aggiornamento: 06:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA