Una crisi senza fine.
Covid, pressing dei ristoranti sul governo: «Siamo al collasso, tessera vaccinale per riaprire»
LA RICHIESTA
«Ciò che ci spaventa è il futuro. Le imprese ora devono essere seguite, deve essere loro garantita la liquidità» dice Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma. Perché dopo mesi con i conti in rosso, gli imprenditori per il rilancio avranno bisogno di fondi e di assistenza. Intanto «Dalla prossima settimana - annuncia il direttore Guasco- apriremo un osservatorio economico. Uno sportello ad hoc per fare il punto sulla situazione, che è drammatica. Ma dobbiamo pensare anche al rilancio e dunque, a come potranno ripartire i settori più fiaccati. e che sono - precisa- anche quelli più importanti per l’economia della Capitale». Come mostrano i dati raccolti dal bollettino regionale. «Si tratta di cifre preoccupanti- conclude Guasco- a cui si sommano quelle del settore moda, un altro comparto in grandissima difficoltà. In questo momento i magazzini dei negozi di abbigliamento sono ancora pieni di merce invenduta e che dovrà essere in qualche modo saldata. Il nostro prossimo obiettivo è accordarci con la banche. Il momento è molto delicato». Neanche i saldi invernali hanno aiutato i commercianti romani. Ieri sul piede di guerra per la chiusura del centro storico alle auto per la “domenica ecologica”. Nei fatti, una giornata in meno di lavoro.
CONTI IN ROSSO
«Ci siamo ritrovati prima senza turisti a causa del Covid, e poi senza romani per le chiusure decise per le domeniche a piedi» ha commentato Valter Giammaria, presidente di Confersercenti. «Le giornate del week end invece sono determinanti per i commercianti. Chiudere di domenica e riattivare la Ztl durante la settimana è stato il colpo finale», aggiunge. Secondo quanto raccolto da Confcommercio, i guadagni attesi con gli sconti invernali non sono arrivati. Anzi il calo delle vendite scontate quest’anno è stato pesantissimo. Nella Capitale, il crollo delle vendite di queste ultime settimane di “grandi offerte” si attesta intorno al 50%: «La situazione è molto critica - ribadisce Giammaria- in alcune zone dello shopping , quelle del centro storico nello specifico, il calo è stato del 70%». Il freno sugli acquisti lo hanno registrato soprattutto i negozi di abbigliamento e calzature. Un crollo dunque non solo dovuto all’incertezza dei “colori” delle zone, arancione e rossa a seconda delle disposizioni del ministero della Salute. Ma, per i commercianti anche alle chiusure disposte dal Comune: «Siamo esausti- conclude Giammaria- sembrano misure decise proprio per affossarci. In tempi normali, prima della pandemia, con i saldi gli incassi rappresentavano il 30% delle vendite annuali. A questo punto non sappiamo come andare avanti». E c’è già chi si è arreso: nel Lazio hanno chiuso 18 mila imprese, di queste l’80% solo a Roma.