Roma, autisti degli autobus "no-mask": Atac ne multa 40 e organizza le ronde

Giovedì 10 Dicembre 2020
Roma, autisti degli autobus "no-mask" Atac ne multa 40

Al volante del bus senza la mascherina oppure, sempre più spesso, con la “chirurgica” calata sotto al mento. Del tutto inutile per arginare il contagio. L’Atac mette nel mirino gli autisti “no-mask”: dopo le prime multe dei vigili urbani a inizio autunno, nei depositi e nelle officine è stato attivato una sorta di pattuglione, con tanto di «ronde», per stanare chi non rispetta le regole anti-Covid, su cui la municipalizzata pretende il massimo rigore.

Perché il virus non si può prendere sottogamba. Gli autisti finiti sotto procedimento disciplinare sono 40, ma è la punta dell’iceberg di un fenomeno più diffuso, considerando che nella maggior parte dei casi gli ispettori aziendali si limitano a un richiamo, senza mettere mano al blocchetto delle sanzioni, azione riservata solo ai conducenti più ostinati (e irresponsabili).

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I provvedimenti

Passeggiando per la Capitale o semplicemente salendo a bordo di un bus non è raro imbattersi in un autista che utilizza in modo scorretto la mascherina (spunta il naso, ad esempio) o che addirittura l’abbassa totalmente. Le testimonianze raccolte dal Dipartimento delle Risorse Umane di Atac svelano insofferenze al dispositivo («mi dà fastidio», «mi si appannano gli occhiali», le scuse più comuni), qualcuno lamenta una distrazione, ma c’è anche chi è convintamente “no mask”, in modo quasi ideologico, anche se per fortuna non sono molti. Una posizione diametralmente opposta a quella di altri autisti che, al contrario, fanno il proprio lavoro fino in fondo: qualcuno è stato perfino assalito dai passeggeri per aver chiesto di indossare le protezioni. Qualunque sia il motivo della violazione dei decreti, la municipalizzata procede con i richiami degli ispettori e poi, per chi insiste, arriva la contestazione disciplinare. Il tema delle mascherine sfilate alla guida - e in generale dei contagi tra i dipendenti - è seguito molto da vicino nel quartier generale di via Prenestina. A novembre, durante il picco della pandemia, si è arrivati a 80 lavoratori positivi, per un totale di 350 addetti contemporaneamente in quarantena. Una bella grana per chi gestisce i turni: superare quella soglia avrebbe potuto mettere a rischio il servizio del trasporto pubblico locale. Ecco perché l’amministratore unico di Atac, Giovanni Mottura, col responsabile del Personale, Mario Marinelli, ha deciso di rafforzare i controlli, già da ottobre. Finora sono stati avviati 40 procedimenti e in tanti altri casi si è proceduto con i richiami a voce. La guardia rimane alta anche ora che il fronte Covid, in “casa” Atac, sembra migliorare, perché i contagi seguono lo stesso trend della Capitale: oggi in azienda i positivi sono una cinquantina, mentre il numero dei dipendenti in isolamento è sceso a 150. Ma tocca tenersi pronti per gennaio, momento delicato dato che riapriranno le scuole superiori. Soprattutto perché è quasi impossibile far rispettare, nelle ore di punta, la capienza fissata dal Ministero, che mette il limite del 50% degli utenti a bordo. Non è solo una questione formale di rispetto dei protocolli. Oltre agli aspetti sanitari, i più importanti, per aumentare le corse nel 2021, come ha chiesto il Campidoglio, l’azienda non può permettersi assenze prolungate, di massa, da parte degli addetti di guida. La partecipata è pronta a chiedere di arruolare altri 300 autisti all’inizio del prossimo anno. Il concorsone è già stato fatto, alla fine del 2019. Basta che il Comune dia l’ok alla firma dei contratti.

Termoscanner

Oltre ai controlli e alle «ronde» per verificare il rispetto delle regole dell’emergenza, in tutti i siti aziendali arriveranno i termoscanner, sempre su decisione dell’au Mottura. Fino a oggi sono state utilizzate le “pistole” per misurare la temperatura dei dipendenti a distanza, ma col termoscanner il processo sarà più rapido. E capillare.

Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA