Segregata nel maneggio a Roma per 2 anni: «Gli stallieri mi spegnevano le sigarette sulle gambe»

Il dolore di Mary: «Mentre uno mi stringeva la gola pretendendo rapporti, l'altro mi dava pugni allo stomaco e schiaffi sul viso»

Sabato 9 Dicembre 2023 di Marta Giusti
Segregata nel maneggio a Roma per 2 anni: «Gli stallieri mi spegnevano le sigarette sulle gambe»

«Di Roze mi ero innamorata, partimmo in macchina dalla Germania per l'Italia. Lui era molto più grande di me, io avevo 17 anni. A mia madre non piaceva, mi diceva che era una cattiva persona. Scappammo e lui mi portò in un agriturismo vicino Roma dove lavorava. Invece sono finita a vivere da sola, rinchiusa nella camera da letto del maneggio. Potevo mangiare una sola volta al giorno, poi le botte, le violenze, subite anche dal cugino e le sigarette spente addosso...». Mary (nome di fantasia), oggi una donna di 21 anni, racconta al giudice i due anni di inferno e segregazione vissuti in balia dei due aguzzini durante l'incidente probatorio nel processo che vede alla sbarra Yasir Imran, 36 anni, pakistano, cugino dell'ex fidanzato, di 31 anni, già condannato a sei anni in via definitiva per violenza sessuale, sequestro di persona e maltrattamenti. Mary ha lasciato l'Italia, ora vive in Spagna ma quei ricordi sono una ferita indelebile nell'anima. Gli inquirenti mettono a verbale, parola dopo parola, le violenze e le vessazioni subite dall'allora ragazzina. Mary non poteva uscire dalla struttura se non in compagnia dei suoi carnefici. Le avevano tolto i documenti e la sim dal cellulare, in modo che non potesse chiedere aiuto. Solo grazie all'intervento di un passante, che il 27 maggio del 2021 notò i due uomini mentre la strattonavano per strada (a circa 200 metri dal circolo "La Melazza"), è stata salvata e i due stallieri pachistani arrestati. Voleva semplicemente inseguire un sogno d'amore ma poi è piombata nel peggiore degli incubi. «Partimmo nell'estate del 2019, eravamo felici. Mi sembrava che le cose andassero bene, ma qualche volta mi picchiava. Io, però, ero innamorata». Mary e Ali si sistemano in un appartamento all'interno dell'agriturismo dove li accoglie Yasir che già lavorava con i cavalli. «Lui dormiva nella cucina, noi in camera da letto. La casa non era bella, era tenuta in cattive condizioni», racconta la giovane donna. È in questo scenario che comincia l'inferno.

LE VESSAZIONI

«Una volta Yasir torna a casa e abbiamo avuto un rapporto. Roze si è arrabbiato e mi ha picchiata. Altre volte mi ha spento le sigarette sulle gambe. Io gridavo. Mi chiusero in camera da letto e Yasir prese le chiavi». Mary qualche volta ha provato a fuggire, senza riuscirci. In quei due anni spiega di avere «perso molto peso, mangiavo solo la sera. A mia madre dicevo che stavo bene, ma lei non ci credeva e una volta al maneggio chiamò l'ambasciata tedesca. Anche a loro dissi che andava tutto bene». I proprietari dell'agriturismo non capivano la lingua tedesca, non si rendevano conto di quanto stesse davvero accadendo. «Mentre uno mi stringeva la gola pretendendo rapporti, l'altro mi dava pugni allo stomaco e schiaffi sul viso», ricorda. Poi arriva il 27 maggio di due anni fa e Mary fugge di nuovo: «Una sera mi hanno violentato ancora una volta e a quel punto ho detto basta».

 

Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 12:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA