Paolo Pasqualini sbranato dai rottweiler a Manziana. «Indagati i proprietari», malore per la donna che doveva guardare i cani

Fascicolo per omicidio colposo: si cerca la via di “fuga” da cui sono usciti i molossi

Martedì 13 Febbraio 2024 di Luisa Urbani
Paolo Pasqualini sbranato dai rottweiler a Manziana. «Indagati i proprietari», malore per la donna che doveva guardarli

Mentre a Manziana tutti piangono Paolo Pasqualini, il 39enne sbranato e ucciso domenica mattina da tre rottweiler nel bosco, i carabinieri indagano per capire come i cani possano essere fuggiti dall'abitazione di via Poggio della Torre, poco distante dal luogo della tragedia.

Non è chiaro se siano usciti dal cancello che potrebbe essere stato lasciato aperto oppure da un buco trovato nella recinzione. Tutti elementi che sono finiti in una relazione inviata dai carabinieri alla procura di Civitavecchia che ora indaga sull'accaduto per definire le esatte responsabilità di Patrizio P., proprietario degli animali al momento indagato e che ora rischia di essere accusato per omicidio colposo. Ma Patrizio P. non è l'unico a essere indagato. Insieme a lui c'è anche l'ex moglie, Giovanna M., che vive nell'abitazione da dove sono fuggiti i rottweiler e che rischia di essere accusata per omessa custodia. Responsabilità che ovviamente verranno confermate solo a conclusione delle indagini. Nel frattempo, i tre cani - tutti registrati con regolare microchip - sono stati trasferiti in una apposita struttura e sottoposti ad accertamenti veterinari per capire se in qualche modo siano stati addestrati per aggredire oppure se abbiano assunto già in passato atteggiamenti minacciosi.

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I VICINI DI CASA

Secondo Maurizio Pazienza, il vicino di casa di Giovanna M. «i cani non hanno mai dato problemi. Anche quando andavo a trovarli a casa loro, non mi hanno mai aggredito. Li vedevo spesso - dice l'uomo - insieme a Patrizio che veniva dall'ex moglie un paio di volte a settimana, sia per trovare i figli che per portare a spasso i cani, sempre con il guinzaglio». E lo conferma un'altra donna che abita poco distante: «conosco quegli animali da quando sono cuccioli, non hanno mai dato fastidio a nessuno. Non li ho mai visti fuggire e girare da soli per la zona, mai. Sono sconvolta anche perché Giovanna ha problemi di cuore e dopo questa tragedia ha avuto un malore ed è stata portata in ospedale». Patrizio P., il 43enne che ora vive a Viterbo con la nuova compagna, invece, non vuole parlare. Lo fanno sapere i suoi amici che ieri erano a casa dell'ex moglie. «Non è il momento - dicono - magari parlerà nei prossimi giorni quando si sarà tranquillizzato tutto. Ma ora no».
Nel documento inviato alla procura sono contenuti anche i risultati del sopralluogo fatto dagli investigatori nel terreno confinante proprio con il bosco dove Pasqualini stava facendo attività sportiva prima di essere aggredito. Sul corpo dell'uomo verrà disposta l'autopsia che dovrà chiarire non solo le cause esatte del decesso, ma anche la dinamica dell'aggressione. Al momento, quello che appare certo è che il 39enne si è difeso con mani e braccia. Ma è stato inutile.

 


Tutta Manziana, un piccolo paese alle porte di Roma, è sconvolta. Tutti conoscevano Paolo Pasqualini, che viveva con la madre Simonetta e la sorella Priscilla non lontano dal parco dove andava a correre tutti i giorni, «così come fanno tutti in paese» dice Rosalba Passamonti, vicina di casa dei Pasqualini.

IL DOLORE

«Sono distrutta, in quel parco ci va sempre anche mio figlio, che infatti incontrava tutti i giorni Paolo. Era davvero un brava persona: educato e gentile» racconta con le lacrime agli occhi e le mani tra i capelli. Rosalba conosce la famiglia di Paolo da oltre 20 anni. «Sono distrutta, una tragedia simile non era mai successa qui. Volevo parlare con Simonetta e Priscilla, ma non sono in casa, forse sono andate nell'abitazione di Roma» conclude la donna. Dal giorno della tragedia, infatti, a casa Pasqualini non si vede nessuno. C'è solo la macchina di Paolo, parcheggiata lì da domenica. «Quando abbiamo saputo della notizia - racconta un vicino - non sapevamo ancora chi fosse il morto. Avevo pensato a Paolo perché andava sempre a correre, ma dato che la sua macchina era lì speravo che non fosse lui la vittima, e invece...».

Ultimo aggiornamento: 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA