Ostia, torna la guerra tra clan: bombe e incendi in locali e abitazioni. A Fiumicino sequestrati 85 chili di cocaina

Giovedì 10 Agosto 2023 di Alessia Marani
Ostia, torna la guerra tra clan: bombe e incendi in locali e abitazioni. A Fiumicino sequestrati 85 chili di cocaina

Sarà un caso, ma pochi giorni prima che le bombe carta tornassero a farsi sentire sul litorale romano gli investigatori della Squadra mobile avevano letteralmente dissotterrato da un campo di Fiumicino un carico di 85 chili di coca purissima. In un lampo 500mila dosi pronte dal passare di mano dai broker del narcotraffico ai gruppi locali per invadere le piazze di spaccio del litorale, sono state polverizzate, sequestrate e destinate dagli inquirenti agli inceneritori. Forse un caso, appunto. Eppure gli inquirenti sono convinti che a dettare legge, scatenando guerre e disegnando via via nuovi equilibri, sia sempre il business della droga che sul lido di Roma non ha mai smesso di scorrere a fiumi. Che dietro agli attentati che si sono succeduti tra Ostia e Fiumicino - nel mirino locali e singoli cittadini - una chiave di volta si possa trovare in chi intende spaventare per fare sentire la propria voce, anche coinvolgendo chi magari non c'entra nulla.

Solo quest'anno si contano almeno quattro raid incendiari che hanno fatto ripiombare il lido nella paura.

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I PRECEDENTI

Per capire che cosa è successo al ristorante "Da Cacio e pepe" in via Passo Buole, a Fiumicino, dove lunedì notte un ordigno rudimentale ha semidistrutto il locale, gli inquirenti stanno andando a ritroso cercando tracce o tasselli comuni con altri raid incendiari. Come quello avvenuto ai danni della trattoria "Antichi sapori" di via Artistide Carabelli, a Ostia Ponente, quando nella notte tra il 23 e il 24 febbraio scorsi improvvisamente le fiamme si sono propagate dalla serranda fino alla cucina. I giovani proprietari hanno assicurato all'epoca di non avere mai ricevuto minacce: «Non ci lasceremo intimidire». Ma da chi?
C'è di più. Nel 2021, in tempi di emergenza Covid, il locale di via Passo Buole era stato chiuso dagli agenti del commissariato per assembramento: all'interno vennero identificati ottanta pregiudicati. Ora quei profili sono di nuovo passati al vaglio dagli investigatori che cercano risposte anche dalle telecamere di videosorveglianza e stanno ascoltando alcuni testimoni.
A, ad aprile, sempre a Ostia Ponente, va a fuoco "Pizza in piazza" in piazza Quarto dei Mille. Un potente ordigno fa saltare il vetro blindato e danneggia persino un muro. I residenti vengono svegliati nel cuore della notte nel panico generale: «Prima o poi ci scapperà il morto», dice più di uno. Un anno fa in via Pietro Rosa, in centro, un rogo distrusse il ristorante hawaiano Nalu Pokè. Pochi mesi prima era stata danneggiata da un incendio, anche questo doloso, una tavola calda di via Maccari ad Acilia, dove è forte l'influenza degli ex Casalesi.
Ma gli incendi riguardano anche Fiumicino, appunto, dove gli attentati sembrano avere meno attenzione mediatica che a Ostia, ad Anzio e Nettuno dove inchieste di carabinieri e polizia coordinate dall'Antimafia hanno azzerato i vertici di potenti gruppi criminali. È qui, in un territorio in forte espansione anche economica, che si sarebbero trasferiti molti interessi dei gruppi mafiosi locali, emergenti e non, intenzionati ad accreditarsi con il metodo del terrore. Nella notte tra il 16 e il 17 maggio fiamme al Neri Village sul lungomare della Salute, ma i messaggi di fuoco erano stati lanciati già ai danni di un rimessaggio in via Monte Cadria. «Gli attentati che in questi ultimi mesi hanno colpito il litorale tra Anzio, Ostia e Fiumicino - afferma Edoardo Levantini dell'associazione Coordinamento antimafia Anzio e Nettuno - sono fatti di estrema gravità compiuti in contesti al alta densità mafiosa come Ostia e Nettuno. È necessaria una risposta forte della procura distrettuale antimafia di Roma e di tutte le istituzioni competenti».

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