Roma, casa di cura da incubo: anziani legati ai letti, tra sporcizia e minacce. Quattro arresti: c’è anche un medico

I carabinieri irrompono a “Villa Cristina”: i 20 ospiti erano malnutriti e storditi dagli psicofarmaci

Martedì 6 Febbraio 2024 di Karen Leonardi
Casa di cura da incubo: anziani legati ai letti, tra sporcizia e minacce. Quattro arresti: c’è anche un medico

Legati alle sedie a rotelle e alle sbarre del letto, lasciati sporchi, sottoposti a insulti, minacce e angherie. Storditi da psicofarmaci e da musica tenuta ad altissimo volume tutto il giorno. Fino al caso di un’anziana rinchiusa nel seminterrato e costretta a dormire su un divano con la luce accesa. Villa Cristina, un edificio “Liberty” su viale Bozzi, tra Marino e Castel Gandolfo, una delle strade più eleganti dei Castelli Romani, secondo le indagini chiuse ieri mattina era diventata un incubo per gli ospiti della casa di cura.

Con un blitz i carabinieri del Nas, supportati dai colleghi delle compagnie di Castel Gandolfo, Frascati e Velletri, hanno scoperto che i venti anziani erano maltrattati, denutriti e vittime di abusi psicologici. Conseguenti le quattro misure cautelari firmate dal gip del tribunale di Velletri, su richiesta della Procura. Arrestata la titolare, Cristina Pace, 55 anni, insieme con due operatrici socio sanitarie. Il quarto provvedimento è scattato nei confronti di un medico di Ariccia, 58 anni, in servizio nella struttura, al quale è stata notificata un’interdittiva a svolgere la professione per un anno.

Anziani maltrattati e abbandonati, denunciati l’ex titolare e due ex dipendenti di una casa di riposo

LE IPOTESI

Pesanti le accuse nei confronti della titolare e delle due operatrici: concorso in sequestro di persona, maltrattamenti e falso ideologico e materiale. Tutte e tre sono state poste agli arresti domiciliari. Secondo i carabinieri, dietro le immagini piacevoli delle feste in giardino in occasione dei compleanni degli ospiti, alcune delle quali finite in rete con fotografie e video, si celavano situazioni da codice penale. Per ogni pensionato, la retta richiesta era di mille e ottocento euro al mese, una cifra in linea con i prezzi di altri strutture, ma assolutamente spropositata per gli standard di qualità e di assistenza garantiti, senza contare le sgarberie e gli autentici soprusi. Come la musica tenuta alta a ogni ora, che per le orecchie di un novantenne era una vera violenza. I parenti degli ospiti di Villa Cristina avevano raccontato ai militari di essersi allarmati negli ultimi mesi per le condizioni dei familiari, trovati in più occasioni malnutriti e in stato confusionale. Secondo la ricostruzione e le informative al magistrato, il medico avrebbe prescritto arbitrariamente benzodiazepine da somministrare ai pensionati, sottoposti a misure “contenitive” in taluni casi pesanti, adottate al di fuori delle regole più basilari di umanità e decoro. In altre parole, i provvedimenti di contenzione erano applicati senza il consenso dei parenti e senza sottoporre gli anziani ad alcuna visita medica. Secondo gli investigatori, quindi, il medico operante nel centro, su richiesta della titolare, prescriveva farmaci ripetutamente, e senza accertare la sussistenza della specifica condizione patologica e assistenziale che ne giustificasse la somministrazione. Il dottore è inoltre sospettato di aver emesso certificati con date e prognosi false, per regolarizzare quello che avveniva all’interno della struttura, dove gli anziani venivano rinchiusi e immobilizzati nelle stanze. La titolare, che gestiva anche un’altra casa per anziani in un quartiere residenziale di Grottaferrata, era abbastanza conosciuta ai Castelli Romani.

I FARMACI

I carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Roma hanno sequestrato ricette, confezioni di psicofarmaci e sonniferi. Quando ieri mattina sono arrivati al numero civico 1 di viale Bruno Buozzi, i militari hanno intimato l’alt e arrestato in flagranza anche un’addetta alle pulizie di nazionalità nigeriana, che alloggiava nella struttura. La donna è finita in manette perché sorvegliava una pensionata di 85 anni, affetta da disabilità, in un locale sprovvisto di mobili e senza letto. Al di là di alcuni compleanni di centenari organizzati all’aperto e pubblicizzati in rete, infine, mancava totalmente una programmazione di attività ludiche o ricreative: gli anziani per tutta la giornata venivano tenuti “parcheggiati” sulle carrozzine o a letto, intontiti e talvolta anche sporchi, mentre i loro familiari li immaginavano al sicuro. Ai Castelli Romani era già avvenuta una vicenda simile nel 2020 quando due case di riposo abusive furono scoperte a Velletri e ad Albano Laziale: residenze isolate dai centri urbani e dai servizi, dove gli anziani venivano maltrattati e umiliati dagli operatori socio sanitari. Una realtà sconcertante sapere che soggetti così fragili possano finire nelle mani di persone senza scrupoli.

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