Atac nel caos a Roma, pochi fondi: «Meno corse in periferia». Frizioni con il Campidoglio sui tagli

Con il rincaro delle materie prime e il calo delle entrate l’azienda è di nuovo in crisi

Lunedì 20 Marzo 2023 di Francesco Pacifico
Atac nel caos a Roma, pochi fondi: «Meno corse in periferia». Frizioni con il Campidoglio sui tagli

Meno soldi per Atac e, soprattutto, meno corse per gli utenti. «Con più di una probabilità - come sostengono fonti interne all'azienda - di vedere ulteriormente indeboliti i collegamenti su gomma, cioè con gli autobus, dal Centro alla periferia e allungati i tempi di manutenzione sulle vetture, che scontano i forti costi per le materie prime e le difficoltà a reperire la componentistica». Questo è lo scenario con il quale rischia di doversi confrontare il vertice della municipalizzata dei trasporti. Una situazione che già sta creando frizioni sull'asse Campidoglio-via Prenestina.
POCHE RISORSE
Viste le risorse a disposizione nelle proprie casse (c'è stato un calo delle entrate di oltre 420 milioni, Imu in testa), nei prossimi giorni il Comune dovrebbe annunciare una nuova proroga al contratto di servizio (560 milioni di euro nel 2022), già scaduto e prolungato fino al 31 marzo.

Nel bilancio di previsione appena approvato dall'Assemblea capitolina ci sono per questo capitolo 576 milioni per il 2023, quasi 570 milioni per il 2024, poco meno di 550 milioni nel 2025. Mancano quasi in toto gli stanziamenti straordinari chiesti da Atac per rientrare dell'aumento di carburanti, elettricità e materie prime: 70 milioni di euro per l'anno scorso, una ventina per quest'anno e il doppio per il prossimo. Soldi in meno che rischiano di ritardare il rilancio dell'azienda e il miglioramento del servizio, che il management della municipalizzata vuole inserire nel piano industriale.

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Quanto durerà questa proroga non è ancora dato da sapere: in Campidoglio c'è più di un timore che si vada avanti con lo stesso stanziamento dello scorso anno almeno per sei mesi. Una situazione che rischia di diventare ingestibile, visto che nel 2023 aumenterà la domanda di trasporto pubblico nella Capitale: intanto perché ci sarà quasi un milione di turisti in più rispetto al recente passato, eppoi con il prossimo avvio dei cantieri per il Giubileo, utilizzare l'auto e trovare parcheggio sarà quasi impossibile per i romani. In poche parole, anche con le metro che vanno a singhiozzo per le manutenzioni straordinarie e per i pochi convogli a disposizione, servono più autobus in circolazione.
Stando a quanto concordato nei mesi scorsi, il Comune era anche pronto a dare più risorse alla sua municipalizzata in cambio di 30 milioni di corse/vetture verso le periferie in più. E aveva anche deciso un meccanismo che imponeva all'azienda - a metà dall'avvio del nuovo contratto di servizio - di verificare il raggiungimento degli obiettivi e soltanto allora si sarebbe confermato l'affidamento in house. Poi l'amministrazione ha dovuto fare i conti con il crollo delle entrate (l'Imu dopo la sentenza della Corte Costituzionale, l'addizionale Irpef o il contributo di soggiorno) e con fatica è riuscita a mantenere i livelli di erogazione degli anni scorsi. Cioè con risorse che però non si sono dimostrate sufficienti a fermare il peggioramento del servizio.

 


Atac, infatti, fa sempre più difficoltà a frenare l'erosione di chilometri percorsi e il numero di corse tagliate. Le motivazioni sono varie: vetture vecchie che si rompono con facilità (hanno un'età media di 9 anni), pochi autisti rispetto a quelli che servirebbero in una città estesa quanto Roma, senza dimenticare il traffico cittadino. Guardando alla totalità dei mezzi messi in campo - bus, filobus, tram, metropolitane e ferrovie ex concesse poi passate a Cotral - l'azienda nel 2022 avrebbe effettuato 141 milioni di vetture chilometri, sette in meno rispetto al 2021, ben 23 in meno del 2009, quando la flotta della municipalizzata capitolina percorse complessivamente oltre 164 milioni di chilometri. Sempre lo scorso anno, soltanto gli autobus non sono riusciti a percorrere più di 90 milioni di chilometri. In via Prenestina c'è il sentore che con le stesse risorse dello scorso anno non si possa risalire la china, soprattutto nei collegamenti verso la periferia, dove c'è minore bigliettazione. Anche per questo il Campidoglio sta accelerando sull'affidamento del secondo lotto (quello ovest) dell'appalto di Roma Tpl, dove sono le ditte private a effettuare le tratte.

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Lo stesso Comune ha aperto una trattativa con governo e Regione per ottenere più fondi per il trasporto pubblico. Dal canto suo Atac ha già visto assegnate le risorse per una serie di progetti importanti come l'acquisto dei mezzi a basso inquinamento (che però arriveranno nel 2026 grazie al Pnrr) o le manutenzioni sull'armamento delle metro. Senza però i soldi richiesti in più per rientrare dagli extracosti, l'azienda rischia di rallentare tutti i progetti per migliorare il servizio come l'incremento di almeno un milione di chilometri di corse all'anno, l'aumento di produttività dei dipendenti o l'assunzione di nuovo personale. In quest'ottica si rischia di dover indebolire altre tratte su gomma già oggi deficitarie.
 

Ultimo aggiornamento: 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA