Lo sfregiatore si pente. Ma il mea culpa del turista che ha aggredito il Colosseo, incidendo con una chiave nel marmo il suo nome e quello della sua fidanzata, per dimostrare al mondo che “Ivan+Hayley 23” si amano, nella sua lettera di scuse alla Procura di Roma, al Sindaco e al Comune ha sfregiato di nuovo il buon senso e ha applicato il vandalismo anche alla propria intelligenza che palesemente non abbonda.
Colosseo, identificato il turista vandalo: Ivan, 27 anni, è istruttore di fitness a Bristol
L’ASSURDA MORALE
Il bizzarro mea culpa ma l’ignoranza non va colpevolizzata (il che non è vero se l’ignoranza diventa colposa come in questo caso) è l’assurda morale della lettera. Vuole rabbonire i giudici il trentunenne inglese, visto che la sua bravata gli può costare da 2 a 5 anni di reclusione e una multa tra i 2.500 e i 15.000 euro. Racconta l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente Camere Penali Internazionali, nominato da Danailov difensore di fiducia insieme a Maria Valentina Miceli: «Il ragazzo è il prototipo dello straniero che, con leggerezza, crede che in Italia sia permesso tutto, anche quel tipo di azioni che nel Paese di provenienza sarebbe gravemente punito. Ho ritenuto fondamentale far comprendere al nostro assistito il valore morale di una lettera di scuse alla nostra comunità nazionale e alle istituzioni cittadine. Su questa base, speriamo di accordarci con il pm Nicola Maiorano per l’applicazione di una pena contenuta e giusta». Il turista è indagato dalla Procura di Roma per danneggiamento di beni culturali. Il quadro probatorio è granitico, è stato acquisito il video di un altro turista che riprende Ivan mentre incide sulle mura del Colosseo il suo nome e quello della fidanzata Hayley. Dopo l’atto vandalico era tranquillamente tornato a casa, in Inghilterra. I carabinieri lo hanno rintracciato a Londra e gli hanno fatto eleggere domicilio, in modo che, quando l’inchiesta verrà chiusa, possa essere processato e non risulti irreperibile.
LA PENA
La pena per Danailov - che si strugge come in una commediola di fronte alla propria «inciviltà, superficialità e leggerezza» - si spera che sarà giustamente severa e assolutamente all’altezza dell’obbrobrio compiuto. Ma la pena che lui ha inflitto all’umanità - quella di renderla edotta fino a che punto può arrivare la stoltezza umana, sia negli atti sia negli scritti - è certamente ineguagliabile. E Roma che inventò il genio occidentale si trova a dover patire in maniera clamorosa l’idiozia contemporanea e per di più d’importazione. Un paradosso più tragico che ridicolo e che - per dirla con il finale della missiva di Danailov - davvero non ha «giustificazione alcuna». Ed è la riprova di quanto diceva Mino Maccari: «L’attività dell’idiota è molto più dannosa dell’ozio dell’intelligente».