Aveva lasciato il carcere solo il 2 novembre. Da allora ha messo a segno una serie impressionante di furti e scippi, sulla quale gli investigatori stanno facendo ancora i conti. Tra le vittime di Daniel Hrustic, nato a Roma 23 anni fa, anche una docente universitaria, economista, manager e consulente di enti pubblici e privati.
LE RICOSTRUZIONI
In alcuni giorni, secondo quanto, ricostruito dagli investigatori, poteva mettere a segno anche due o tre colpi in un giorno. Uno stakanovista delle rapine, seguendo una sorta di tradizione di famiglia: suo cugino Bronson Hrustic, 29 anni, era stato arrestato lo scorso 23 novembre dopo aver investito tre agenti di polizia al Pigneto. Anche lui vantava una media di due rapine al giorno. E anche lui si era subito rimesso all’opera appena uscito di prigione. Daniel Hrustic, nonostante la giovane età, sapeva come mimetizzarsi in città: gli scooter rubati per utilizzare i colpi erano parcheggiati sempre lontano dal suo terreno di caccia.
LE MIMETIZZAZIONI
Il 23 enne aveva più utenze telefoniche a disposizione, che usava pochissimo, preferendo usare gli smartphone per comunicare via web. Hrustic probabilmente sapeva che il cerchio intorno a lui si stava stringendo, poco prima di Natale. Tra le poche chiamate partite dai cellulari che usava (intestati ad altre persone) ce ne sono alcune indirizzate ad alcuni avvocati. Dopo un periodo di relativa calma Hrustic è tornato a colpire a raffica: tra la sera del 9 gennaio e la mattina del 10 ha scippato e rapinato cinque persone. Tra loro anche una suora di quasi 80 anni, depredata in piazza dell’Esquilino.
Gli investigatori da giorni avevano identificato il presunto responsabile, ma non riuscivano a capire dove dormisse, almeno fino alla sera di lunedì scorso. Il loro intuito li ha portati a intercettare Hrustic dalle parti di Monteverde, dove il ragazzo aveva appena fatto visita a una prostituta ed era salito a bordo di un’Alfa 156 intestata a un’altra persona. Un’auto che il giovane guidava senza aver mai conseguito la patente, e che all’interno custodiva borse di lusso, Airpods e denaro, indumenti e scarpe identici a quelli usati in alcuni colpi e la carta Postepay appartenente alla suora derubata.
A quel punto Hrustic ha deciso di collaborare accompagnando gli agenti nella roulotte che usava come rifugio, tra via Val Trompia e via Nomentana. Dentro c’erano altre borse e accessori di lusso. Il presunto responsabile ha anche indicato agli investigatori il luogo in cui aveva parcheggiato uno degli scooter rubati, prima di essere arrestato con l’accusa di furto e rapina.