«Siamo stufi di rumori e vibrazioni. Siamo stufi di doverci svegliare alle cinque e mezza tutte le mattine. E di non poter chiudere occhio se non dopo mezzanotte passata. Ogni giorno dell’anno. Per colpa del tram. Inizieremo a raccogliere le firme: il Comune non può continuare a ignorare chi vive qui». M. L. G., ex funzionaria civile del Ministero dell’Interno nata all’Esquilino, guida la rivolta dei cittadini che abitano fra via Farini e via Manin, dietro la Stazione Termini, luogo scelto per far transitare il tram della Prenestina fino al capolinea: «Grazie al Messaggero perché state portando alla luce un malessere di tutti quelli che abitano qui sopra.
Esquilino, abitanti in rivolta contro il tram
Nei giorni scorsi, Il Messaggero era andato a raccogliere le lamentele dei residenti. Le linee tranviarie 5 e 14 fanno capolinea a Termini, più o meno di fronte l’ingresso di via Giolitti. Subito prima, i mezzi che arrivano da via Napoleone III percorrono via Farini dove, all’altezza del Commissariato di Polizia e del Liceo Albertelli impegnano una stretta curva che immette su via Daniele Manin. E qui, peri 200 metri di lunghezza della strada, passano a centimetri da portoni, negozi e ristoranti. Tanto che i residenti e i commercianti lo paragonano a quei video che girano in rete di mezzi che transitano letteralmente in mezzo alla gente. Mary e Andrew sono australiani e escono da uno degli hotel che si affaccia su via Manin proprio mentre passa il tram. Lo guardano sbigottiti: «È incredibile - dicono - come sia possibile che un mezzo passi a meno di un paio di metri dall’ingresso dell’hotel. È un problema di sicurezza di tutti». Praticamente la stessa cosa che dicono ironizzando i due camerieri del ristorante di fronte: «Meno male che fa un fracasso infernale quando prende la curva. Almeno la gente si accorge che arriva. E comunque ci siamo ritrovati bicchieri e bottiglie rotte per le vibrazioni. Ben venga la raccolta delle firme». Nelle strade laterali a via Manin si affacciano svariati negozi: parrucchieri, lavanderie. «Qui abbiamo due problemi col tram: il primo è la sicurezza dei pedoni quando passa il tram. Il secondo sono i rumori e le vibrazioni», dice Amina che lavora come parrucchiera in uno dei negozi della zona.
Le voci
«La verità - dice Antonio, ex dipendente comunale - è che il tram è un mezzo vecchio, di fine ‘800, quando le esigenze di mobilità erano decisamente diverse da oggi. E qui il Comune vuole portare altri capolinea del tram. Così sarà il caos più totale: mi figuro le vibrazioni e il rumore. Ed è inutile che promettano che i mezzi nuovi saranno migliori. Anche i jumbotram dovevano essere una rivoluzione rispetto agli Stanga (le vetture del 1947, ndr) e oggi sono per la maggior parte rotti dopo aver rotto le rotaie e gli scambi».