Droni nel carcere di Regina Coeli: trasportavano micro telefonini e cocaina (decollando dal Gianicolo)

Operazione della polizia penitenziaria a Regina Coeli dopo l’aggressione a un agente

Mercoledì 2 Agosto 2023 di Alessia Marani
Droni nel carcere di Regina Coeli: trasportavano micro telefonini e cocaina (decollando dal Gianicolo)

Comunicavano tra di loro e con l’esterno tramite microtelefonini. Ovvero cellulari grandi sì e no come il dito di una mano e dotati di nanosim. Così boss e luogotenenti del crimine davano e ricevevano ordini dietro le sbarre del carcere romano di Regina Coeli.

A gestirne l’approvvigionamento ci sarebbero affiliati delle potenti ‘ndrine calabresi con addentellati nella Capitale dall’Alessandrino a Ponte Milvio. Una decina di super-cellulari sono spuntati fuori durante la maxi-perquisizione avviata ieri mattina nelle sezioni più critiche dagli agenti della Polizia penitenziaria. 

IL BLITZ

Nel corso dell’operazione sono stati trovati anche diversi quantitativi di droga, pura e sintetica, i cui principi attivi ora sono stati inviati ai laboratori per le opportune analisi. Appena lunedì erano state rinvenute altre dosi di stupefacente e smartphone probabilmente trasportati all’interno dell’istituto di detenzione da droni fatti volare dal colle del Gianicolo fin dentro il perimetro del carcere. È una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche se non è escluso che chi li ha introdotti possa essersi avvalso di qualche “talpa” interna, magari tra gli addetti ai servizi e fornitori esterni.

Agente penitenziaria aggredito e sequestrato da detenuto a Regina Coeli, salvato da un collega

E i microtelefoni? Facile ottenerli sul mercato. Gli apparecchi sono in vendita anche sui siti online. La maggior parte arriva dalla Cina e un certo quantitativo viene acquistato e utilizzato dalla malavita (ove necessario con le opportune modifiche per renderli indecifrabili) per essere ceduto a chi ne ha specifico bisogno. Tra questi soprattutto i detenuti che hanno spasmodica necessità di rapportarsi con il mondo esterno. E non solo per questioni affettive. Anzi. 

LE GANG

Stando agli investigatori, i microtelefoni viaggiano incollati nelle suolette delle scarpe da ginnastica, mescolati al cibo nelle scatole dei biscotti, oppure nella maniera più “tradizionale”, ossia inseriti nelle parte intime femminili e maschili. L’altra settimana c’erano stati furibondi scontri tra detenuti, spesso si confrontano italiani e stranieri. Questi ultimi, reclusi per la maggior parte nella III sezione, cercano di ottenere dagli italiani la “merce” (in primis droga) per distribuirla tra di loro. Il mancato pagamento di qualche partita o saldo di scambi di favore, spesso, innescale la scintilla. Sulla situazione emergenziale di Regina Coeli - e il sistema carcere in generale - intervengo Giuseppe Moretti e Francesco Laura, rispettivamente presidente e vicepresidente responsabile del coordinamento dirigenti e funzionari iscritti, dell’Uspp, l’Unione sindacati di polizia penitenziaria: «Purtroppo, come diciamo da tempo, Regina Coeli si ritrova a essere terra di nessuno e solo grazie all’impegno del personale, ridotto del 40%, riesce ancora a fronteggiare le tante violenze, aggressioni e azioni illegali, pur con grandissime difficoltà operative. Il ministero della Giustizia e il Dap Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, devono farsi carico dell’impellente necessità di rafforzare gli organici, prima che succedano cose irreparabili». 

«SERVONO I CINOFILI»

Domenica un agente era stato sequestrato e tenuto sotto la minaccia di una lama da un detenuto. Solo l’intervento di un collega aveva evitato il peggio. I sindacati chiedono anche «una catena di comando consolidata e non precaria». Non basta. Daniele Nicastrini, segretario regionale dell’Uspp pone un faro sulla necessità di presidi permanenti dei cinofili della polizia penitenziaria: «Nemmeno a Regina Coeli non ci sono, ma sono gli unici in grado di potere evitare che si nasconda droga ovunque: nei tappucci delle penne, nei tubetti dentifricio, persino nei bordi delle intercapedini delle mura...».

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