Voleva obbligare la moglie a lasciare il lavoro per non perdere l’autorità nella coppia. Questo avrebbe innescato una serie di reazioni violente e di abusi culminate poi in una violenta aggressione.
IL RACCONTO
«Stiamo insieme da 11 anni e sposati da cinque. All’inizio eravamo felici, una famiglia normale ma lentamente è cambiato. Più sono diventata indipendente, più si è rivelato dispotico e aggressivo». Inizia così la storia di violenze e abusi della vittima, R. H. di 31 anni. Un racconto doloroso quello che ha riportato agli agenti la notte del 23 gennaio in cui ha riferito anche di abusi sessuali: «Le aggressioni sono diventate sempre più frequenti nell’ultimo periodo e in più occasioni mi ha chiesto di licenziarmi perché il capofamiglia era lui. Poi è arrivata la violenza fisica, già in passato infatti durante una lite per imporsi, mi sbatteva al muro e mi gridava contro. Questa situazione mi ha allontanato sempre di più da lui. Nonostante questa distanza, pur di non farlo arrabbiare, sono stata costretta ad avere dei rapporti intimi». Prepotenze dunque, e violenze. Fino a quando nel mese di dicembre la donna ha deciso di separarsi.
Comunicata la notizia, il marito è diventato ancora più aggressivo. «Gli ho chiesto di dormire sul divano e di cominciare a organizzarsi perché la mia decisione restava quella di separarmi- ha spiegato ancora- ma a quel punto è come impazzito. In cucina ha preso un coltello per poi minacciare me e i nostri figli. Prima l’ha puntato contro se stesso, minacciando di uccidersi. Quindi l’ha rivolto contro di me».
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L’ARRESTO
La vittima però è riuscita a chiamare i soccorsi. Quando il marito violento si è reso conto che la polizia stava per arrivare, ha così tentato la fuga. Il 35enne è uscito in strada, ancora con il coltello in mano, e ha iniziato a correre nel tentativo di fuggire. La volante della polizia lo ha intercettato mentre tentava di imboccare la via Casilina. Fermato dagli agenti di polizia, è stato trasferito negli uffici del distretto Prenestino dove hanno proceduto con ulteriori accertamenti e l’arresto, con l’accusa di maltrattamenti a carico del 35enne. Al termine è stato infine accompagnato in carcere a Regina Coeli dove è tuttora in attesa di giudizio. Per la donna invece, e per i due figlioletti, è stata attivata una rete di sostegno e di supporto psicologico.
«Al nostro arrivo - sottolineano i poliziotti che hanno proceduto con le indagini- la donna e i figli erano in evidente stato di choc. Anche durante il lungo racconto fornito, la vittima era sconvolta ed esausta per le violenze e le aggressioni subite. Ecco perché abbiamo proceduto con l’arresto del marito e allo stesso tempo, sollecitato un percorso di supporto. Perché la storia non si ripeta, sarà fondamentale dare un supporto concreto alla famiglia».
flaminia.savelli@ilmessaggero.it