Finto mafioso chiedeva il pizzo al Prenestino: «I miei amici uccidono. Quest'arma è pesante»

Arrestato dopo la denuncia del titolare di un circolo

Mercoledì 27 Settembre 2023 di Alessia Marani
Finto mafioso chiedeva il pizzo al Prenestino: «I miei amici uccidono»

Preso in flagrante, mentre intascava il "pizzo" richiesto al presidente di un'associazione culturale che promuove incontri e musica al Prenestino.
Pierluigi T., 37 anni, originario di Cosenza ma residente a Terni, precedenti per rapine e sequestro di persona, aveva appena ricevuto 200 euro in contanti come acconto sulla somma mensile di mille euro pretesa per una non meglio identificata protezione dell'attività commerciale, in un bar della stazione Tiburtina, quando i carabinieri di piazza Dante appostati in borghese nei pressi, sono entrati in azione, arrestandolo. A fare scattare la trappola per l'estorsore è stata la stessa vittima che si è rivolta ai militari per denunciare le vessazioni subite. Pierluigi T. ad aprile si era presentato nel locale di largo Itri sollevando la camicia per mostrare al titolare il calcio di una pistola: «'Sta pistola è pesante», la sua esclamazione, adducendo amicizie con ambienti della malavita romana e aderenze a clan calabresi. «Ho certi amici a Torrevecchia che hanno già sparato ad altre attività, incendiato auto e commesso un paio di omicidi. Se non paghi, finisci in mano loro», le minacce ripetute in più di un'occasione.

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L'INCUBO

L'incubo per il presidente del club era cominciato un anno fa, quando il 37enne, che aveva conosciuto nella giovinezza poiché anche lui di origine cosentina, si è ripresentato nel suo locale cominciando a chiedere piccole e grandi somme. Inizialmente come una richiesta d'aiuto per superare momenti «difficili», poi il salto di qualità: «Guarda non sono solo io a chiederteli, dietro di me c'è la mala».
Un curriculum criminale piucchealtro fantasioso e montato ad arte, almeno stando ai riscontri degli inquirenti che ne tratteggiano, invece, una personalità più dedita a vivere di espedienti. Eppure, la vittima, spaventata, per un certo periodo aveva piegato la testa alle continue richieste, ma poi stremata dalle vessazioni, ha denunciato. L'ultima pretesa era arrivata pochi giorni fa. Il 37enne, una settimana fa, aveva tentato la rapina notturna con altre due persone in un bar di Terni, si sentiva braccato dalle forze dell'ordine e aveva intimato al presidente dell'associazione di dargli subito 200 euro e poi di portargli una poste pay da ricaricare, dal momento che aveva urgenza di noleggiare l'auto per riparare all'estero. «Vediamoci domani mattina alla stazione Tiburtina, al bar e dammi tutto», le sue parole. Ma all'appuntamento sono arrivati anche i carabinieri di piazza Dante. Le banconote consegnate dalla vittima a Pierluigi T. erano state precedentemente segnate, così come era stata fotocopiata la carta prepagata con tanto di codice identificativo. Tutto materiale effettivamente ritrovato addosso al 37enne che ora dovrà rispondere dell'accusa di estorsione: L'arresto è stato convalidato dal Tribunale di Roma nella direttissima di ieri mattina. Il giudice ha disposto per lui il divieto di dimora nel comune di Roma, con immediato allontanamento.
Ultimo aggiornamento: 20:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA