Rieti, coranavirus, gli psichiatri reatini
Sanfilippo e Ruggeri a Firenze:
«E' dura, ma non possiamo
permetterci di avere paura»

Martedì 28 Aprile 2020 di Giulia Moroni
Giulia Sanfilippo ed Emanuele Ruggeri

RIETI - Giulia Sanfilippo 29 anni di Cantalice ed Emanuele Ruggeri 28 anni di Rieti, si sono traferiti da due anni a Firenze e sono entrambi psichiatri in formazione presso la struttura Ospedaliera – Universitaria Careggi. I due colleghi reatini durante il coronavirus sono impegnati in prima linea, con i loro pazienti e la loro attività lavorativa prosegue con più accortezze.

Come è cambiato l’approccio con i vostri pazienti?
Giulia: «Ogni volta che entriamo nel nostro reparto dobbiamo misurare la febbre, disinfettiamo le mani e indossiamo la mascherina come prassi, anche i pazienti fanno lo stesso. Abbiamo due tipi di situazioni: i pazienti gravi non differibili che hanno necessità di fare la visita ad esempio quelli che sono sottoposti a terapia antipsicotica Lai (long action injection) che devono fare l’iniezione una volta al mese, vengono, con tutte le precauzioni, fanno la terapia e vanno via; per gli altri, facciamo prima una valutazione telefonica per capire come stanno, se il paziente è spaventato dalla situazione, se riesce ad uscire di casa, spesso abbiamo situazioni di difficile gestione; quando lo riteniamo opportuno i pazienti vengono presso il nostro ambulatorio, sempre mantenendo le distanze, altrimenti abbiamo attivato un sistema di consulenze telefoniche».

Emanuele: «Siamo all’interno di un servizio ambulatoriale, curiamo i disturbi del comportamento alimentare, della sessualità, relazionali e pazienti oncologici. Oltre a questa attività, seguiamo dei pazienti in psicoterapia. Siamo in formazione presso una scuola di terapia cognitivo- comportamentale che ci da le basi per poter fare un percorso di psicoterapia, con pazienti che si seguono più a lungo termine, per mesi, se non anni. Dobbiamo capire se la visita è differibile o meno, se si può optare per un contatto telefonico o fare dei colloqui telematici via Skype, io personalmente ne faccio molti, o farli venire in struttura nel caso in cui non abbiano un buon compenso psicopatologico».

Passando molto tempo in ospedale, avete paura di un possibile contagio?
G: «Noi siamo quelli più abituati a gestire lo stress, le sensazioni negative, non ci possiamo permettere di aver paura, dobbiamo gestire il panico degli altri, per prassi siamo stati sottoposti tutti a screening sierologico per ora fortunatamente negativo».

E: «Siamo consapevoli dei rischi che corriamo, ma continuiamo a lavorare, abbiamo scelto il lavoro di medici e questo anche da un punto di vista di etica professionale ci impone di dover lavorare in un momento di crisi come questo, lo facciamo entrambi con molto piacere».

Fuori dal lavoro come trascorrete il vostro tempo libero?

E: «La mia vita un po' è cambiata, noi abbiamo la fortuna, naturalmente sempre con la doppia faccia della medaglia, del lavoro. Rispetto a tante persone che devono rimanere in casa noi andiamo a lavorare, questo è positivo da un punto di vista psicologico ma è rischioso da un punto di vista di salute. Mi occupo della mia formazione, seguo corsi online, leggo saggi in ambito psichiatrico, mi piace scrivere e suonare. Inoltre con Giulia ed altri colleghi abbiamo intrapreso un’iniziativa di volontariato che consiste in un supporto telematico di tipo psicologico per la popolazione in generale. Abbiamo creato un team di venti volontari tra medici e psicologi e fuori dall’orario lavorativo, senza erogare una prestazione sanitaria, cerchiamo di dare un supporto alla popolazione, ci ha dato molta soddisfazione, in un mese e mezzo abbiamo fatto circa 150 colloqui e questo, considerando lo stigma della malattia mentale in Italia è un dato molto importante. Attraverso una piattaforma web: www.diamociunamano.com si può richiedere una prenotazione per un colloquio della durata di trenta minuti via Skype, totalmente gratuito, rivolto a tutte le persone, compreso il personale sanitario, che abbiano bisogno di parlare con qualcuno. Il sito è patrocinato dalla Onlus Save the Planet, inoltre ci stiamo muovendo per portare il nostro aiuto anche all’interno delle realtà universitarie».

G: «Mi documento, cerco di non rimanere indietro con la mia formazione, porto spesso anche il lavoro a casa, per il resto prendo il sole sul bancone, vedo film e chatto su Skype con gli amici».

C’è stato un colpo d’occhio particolare, un’immagine che vi ha lasciato la città di Firenze in questi giorni?
G: «Prima c’erano molte più persone a passeggio, i turisti, alcuni giorni facevi fatica a muoverti nelle vie del centro, adesso i monumenti sono liberi».

E: «Quando mi è capitato di uscire per alcune commissioni, passare in alcune piazze, come a Borgo Ognissanti è qualcosa di spaventoso ma anche meraviglioso, l’emozione è ambivalente: da un certo punto di vista ti può spaventare il fatto che sia così vuota, dall’altro è di un bellezza sconcertante».

Siete preoccupati da come le persone usciranno da questa pandemia?
G: «Si, se al momento non siamo a diretto contatto con i pazienti covid-19 positivi, saremo quelli che dovranno gestire le conseguenze psicologiche: depressione, ptsd (disturbo da stress post-traumatico), ci preoccupa il dopo e la ripresa della vita normale che sicuramente non sarà facile».

E: «Il problema dal nostra punto di vista è che ci si concentra molto sulla problematica attuale ma da un punto di vista psicosociale, il ritorno a quella che possiamo definire la normalità, che è un termine che noi in psichiatria non utilizziamo mai, non sarà semplice.

Ad esempio alcuni pazienti si sono trovati meglio a stare a casa, non trovandosi ad affrontare le problematiche relative alla vita di tutti i giorni e questo è un problema. Ma quando tutto finirà? Ci si dovrebbe pensare bene, ad esempio riprendere le attività lavorative in un modo brusco dopo una sospensione di mesi, da un punto di vista psicologico pesa molto, come tornare a confrontarsi con le persone, potrebbero emergere disagio psicologico anche in chi non ne ha mai avuto».

Ultimo aggiornamento: 12:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA