RIETI - Dopo lo zio Leonino Nobili e il cugino Francesco, domani Valerio Cipriani sarà sottoposto – in maniera spontanea e volontaria – al prelievo del dna e delle impronte digitali. Sono giorni di serrate attività investigative e domani pomeriggio un ulteriore tassello, al puzzle che sta cercando di ricomporre la Mobile di Rieti, andrà ad aggiungersi al quadro dell’inchiesta sul giallo della scomparsa e della morte dell’ex postina Silvia Cipriani.
Campionamenti. A distanze di alcune settimane dai prelievi e dai campionamenti effettuati dal personale della Scientifica presso le due abitazioni in uso alla Cipriani, quella di Cerchiara e quella di via delle Orchidee a Rieti, potrebbero essere ora emersi elementi ed esiti di laboratorio con cui poter effettuare finalmente confronti e riscontri probatori con il materiale biologico e le impronte digitali prelevati.
Le dichiarazioni del cugino. Esami del dna, rilevamento delle impronte digitali, testimonianze e supposizioni, tanti elementi che ancora ruotano tutti intorno ad unica pista e a due persone in particolare: lo zio Leo e il cugino Francesco. Il giallo sulla morte e la scomparsa dell’ex portalettere si amplia (e infittisce) anche con le dichiarazioni dello zio Francesco che fa trapelare il motivo delle convocazioni in questura: «perché persone indirettamente coinvolte nelle indagini», ha testimoniato.
La rivelazione. Ma a mettere fuoco sul giallo reatino anche altre dichiarazioni, sempre di Francesco: «Non credo abbia potuto avere contrasti con qualcuno. Mi verrebbe piuttosto da pensare, eventualmente, a qualcosa di pregresso dovuto magari ad antichi dissapori che qualcuno possa avere avuto con il padre che era un po’ padre padrone». Dichiarazioni che, inevitabilmente, spiazzano. Ma appare chiara e genuina, in realtà, la volontà dell’uomo di mettere sul piatto tutte (a volte troppe) le possibili piste per cercare di spiegare una morte che rimane un mistero.