Renzi spiazzato: «Ma saremo pronti». Ed è subito allarme per la sicurezza

Sabato 14 Marzo 2015 di Valentina Errante e Alberto Gentili
Renzi spiazzato: «Ma saremo pronti». Ed è subito allarme per la sicurezza
ROMA - Papa Francesco non ha avvertito nessuno. Matteo Renzi, il premier, ha saputo del Giubileo straordinario dedicato alla misericordia, mentre era in Egitto alla conferenza di Sharm El Sheikh. E il braccio operativo di palazzo Chigi, il sottosegretario Graziano Delrio, è stato raggiunto dall'annuncio papale mentre stava in treno tra Roma e Bologna. Stesso destino anche per i nostri 007. Del resto, in base a quanto filtra dal Vaticano, non è obbligo del Pontefice informare preventivamente il governo italiano. Dunque, nessun caso diplomatico. Anche se fa effetto che di un evento dal forte impatto per la Capitale, in termini di sicurezza e di organizzazione, Renzi non abbia ricevuto informazioni preventive confidenziali.

Il premier comunque non si scompone e dall'Egitto invia una dichiarazione: «L'annuncio del Giubileo è una buona notizia che il governo accoglie con i migliori auspici. Sono sicuro che, come già nel Duemila, Roma si farà trovare pronta: l'Italia, che quest'anno ospita l'Expo, saprà fare la sua parte anche in questa occasione».

STUPORE E RASSICURAZIONI

E Delrio, che in nome e per conto del premier gestisce tutti i grandi eventi e tutte le grosse grane, raggiunto al telefono afferma: «E' una piacevole sorpresa anche per noi. Il Papa è meraviglioso, sa sempre sorprendere». E aggiunge: «E' presto, vista la sorpresa, per parlare di piani d'intervento e di risorse, ma potete star certi che da subito ci metteremo a lavoro. Saremo pronti e all'altezza di un evento così importante, investendo tutto l'impegno e la determinazione di cui siamo capaci per far svolgere il Giubileo serenamente e senza intoppi. Del resto abbiamo perfino salvato l'Expò di Milano...».



Già, dopo essere riusciti nel miracolo meneghino, dribblando ritardi e arginando fenomeni di corruzione, Renzi e Delrio non si spaventano davanti al Giubileo di Francesco. Tanto più che, per pura coincidenza, hanno già deciso che il nuovo prefetto di Roma sarà il capo della protezione Civile Franco Gabrielli, uno specializzato nel fronteggiare emergenze.

Ma l'arrivo di almeno 25 milioni di pellegrini (questa la cifra dell'Anno Santo del Duemila) non è cosa da prendere sottogamba. Così, nel cerchio dei renziani doc, ha destato allarme la dichiarazione rilasciata a caldo dal sindaco Ignazio Marino: «Roma è da subito pronta ad affrontare questo evento mondiale». Immediata la risposta dei deputati Michele Anzaldi e Lorenza Bonaccorsi: «Roma nelle condizioni attuali non è pronta. Bisogna al più presto creare una cabina di regia tra governo, Regione, Comune». Per il Giubileo del Duemila, infatti, venne ampliata e potenziata la stazione San Pietro, costruito il sottopasso dell'ospedale Santo Spirito, organizzato un mega piano-parcheggi per i bus, ecc. Il tutto per una spesa di 13mila miliardi di vecchie lire, pari a circa 7 miliardi di euro. Non a caso in Campidoglio, dopo l'iniziale sussulto di ottimismo, già si batte cassa: «Bisogna affrontare la questione dei costi che sosterrà la Capitale». Ma considerati i tempi stretti (i lavori per l'Anno Santo cominciarono quattro anni prima) e la scarsità di risorse, difficilmente questa volta si andrà al di là di interventi di manutenzione.



Oltre a quelli per la sicurezza, naturalmente.

Il Giubileo indetto a sorpresa arriva infatti nel momento di massima allerta. Quando Roma, simbolo della cristianità e dell'Occidente, è già un obiettivo dichiarato dei terroristi dell'Isis e il Viminale ha appena ultimato il piano per difendere, con artificieri e squadre speciali, l'evento che fino a ieri preoccupava di più l'intelligence: l'Expò di Milano. L'incubo comincia oggi perché, fino a ieri pomeriggio, l'attenzione era concentrata sulla Lombardia. «Lavoreremo per garantire che il Giubileo si svolga in piena sicurezza», commenta il ministro dell'Interno Angelino Alfano, «l'annuncio del Papa arriva in un momento storico complesso e difficile per il Paese e al livello internazionale. Confidiamo che contribuirà ad alimentare un clima di pacificazione e noi ci impegneremo perché possa avvenire in una cornice di sicurezza».



Ma l'evento non è minimamente paragonabile all'ultimo Giubileo, programmato con larghissimo anticipo quando la minaccia del terrorismo islamico non aveva ancora violato le capitali occidentali. L'evento preoccupa, soprattutto per la carica simbolica e il forte impatto mediatico che rappresentano dei catalizzatori per gli estremisti.
Ultimo aggiornamento: 08:04