Roma - Il parlamento olandese ha riconosciuto il genocidio armeno con un voto
destinato a deteriorare ulteriormente le relazioni con la Turchia.
Il partito Unione Cristiana, partner nella coalizione guidata dal
premier Mark Rutte, «ha proposto due mozioni alla camera bassa con
il sostegno dei partiti di coalizione», ha detto Joel
Voordewind. La prima mozione proponeva che «il parlamento potesse
esprimersi in termini chiari sul genocidio armeno»; la seconda
mozione chiedeva al governo di «inviare una delegazione a Yerevan
il 24 aprile per la commemorazione del genocidio armeno e poi di
seguito una volta ogni cinque anni». Le mozioni hanno raccolto il voto di quasi tutti i gruppi parlamentari, fatta esclusione di un gruppo minoritario che include tre parlamentari di origine turca.
Da quando si sono aperti molti archivi nazionali, tra cui quello della Santa Sede, ormai nessuno mette più in dubbio la storicità di un massacro studiato a tavolino su base etnica e religiosa dall'allora governo ottomano che, dal 1915 al 1920 portò alla morte 1 milione e mezzo di cristiani. Ankara respinge il termine genocidio. La sua linea negazionista resta ferma riconoscendo solo mezzo milione di vittime come conseguenza diretta della sollevazione degli armeni contro l’Impero ottomano. I Paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio armeno sono una ventina, tra cui l’Italia, la Germania e la Francia.
Le relazioni bilaterali tra Turchia e Olanda sono al minimo storico dopo che il governo olandese ha annunciato di avere ritirato da Ankara il proprio ambasciatore, seguito dalla Turchia con il proprio rappresentante. Tutto è nato perchè l'anno scorso il governo olandese ha impedito a due ministri turchi di fare comizi durante delle manifestazioni organizzate dalla comunità turca a Rotterdam in occasione della campagna per il referendum sul rafforzamento dei poteri presidenziali di Erdogan.
Ultimo aggiornamento: 20:12
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Le relazioni bilaterali tra Turchia e Olanda sono al minimo storico dopo che il governo olandese ha annunciato di avere ritirato da Ankara il proprio ambasciatore, seguito dalla Turchia con il proprio rappresentante. Tutto è nato perchè l'anno scorso il governo olandese ha impedito a due ministri turchi di fare comizi durante delle manifestazioni organizzate dalla comunità turca a Rotterdam in occasione della campagna per il referendum sul rafforzamento dei poteri presidenziali di Erdogan.