Terremoto, sì del Cdm al decreto. Gentiloni: non aspettiamo ok Ue

Giovedì 2 Febbraio 2017
Gentiloni

«C'è bisogno che il Paese intero a partire dal governo, le istituzioni territoriali coinvolte, il Parlamento, l'Unione europea, tutti abbiano la consapevolezza dell'importanza della gravità» della situazione nelle aree colpite dal terremoto e dal maltempo e della necessità «di rispondere in modo adeguato». Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo che il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge in favore delle popolazioni del centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. Si tratta del terzo provvedimento legislativo in materia varato dal governo, dopo quelli seguiti alle scosse di agosto e novembre dell'anno scorso.

Circa 35 milioni di euro di aiuti diretti per il mancato reddito delle imprese di allevamento da erogare entro febbraio, l'estensione del fondo di solidarietà alle colture assicurabili e non solo a quelle assicurate e agevolazioni per l'accesso al credito per i giovani agricoltori, oltre ad ulteriori semplificazioni per accelerare l'acquisto delle stalle mobili da parte delle Regioni.

Sono gli interventi, su proposta del ministro Martina, a favore di allevatori e agricoltori inseriti nel decreto approvato dal Cdm.

«Non abbiamo un conto esatto dell'ammontare delle risorse» stanziate dal decreto sul terremoto approvato oggi. «Sono molto consistenti, di diverse centinaia di milioni», ha spiegato il premier. Per il terremoto «abbiamo risorse nella legge di bilancio, ne stiamo mettendo in campo ulteriori con questo decreto. Abbiamo già anticipato nella lettera inviata ieri a Bruxelles della necessità di ulteriori risorse, almeno un miliardo che nel prossimo periodo sarà necessario. Intanto però non è che possiamo aspettare chissà quali superiori determinazioni. Decidiamo e ci prendiamo le nostre responsabilità». 

«Credo che l'Italia non dimenticherà questo colpo, che è stato inferto ad una parte così rilevante del nostro territorio. L'Italia deve reagire con decisione, con un'obiettivo che è quello di mettere in campo tutte le norme e le iniziative necessarie per accelerare i percorsi di ricostruzione ed emergenza», ha aggiunto.

«Dobbiamo accelerare sui problemi e sui rischi di strozzature burocratiche per i territori. Dobbiamo evitare il crearsi di strozzature e, se possibile prevenirle», ha detto Gentiloni al termine del Cdm illustrando i «tre grandi capitoli» del decreto terremoto. Il provvedimento, ha spiegato, prevede misure di «semplificazione e velocizzazione procedurale», d'intesa con l'Anac, per tutto ciò che riguarda alloggi temporanei, opere di urbanizzazione primaria, rimozione delle macerie, le stalle. Inoltre sono previste «misure di semplificazione» per realizzare le nuove scuole e norme che prorogano «meccanismi di sospensione di pagamento dei tributi e agevolazione fiscale».

«La strategia è un progetto che il governo nei mesi scorsi ha messo in campo di rammendo del Paese nel medio-lungo periodo. Quel progetto non solo non l'abbiamo accantonato ma lo valorizzeremo»m ha poi aggiunto il presidente del Consiglio, facendo riferimento al piano Casa Italia.

Queste alcune delle novità presenti nella bozza di decreto: procedure semplificate per gli appalti riguardanti edifici strategici e scuole, possibilità per le Regioni di acquisire immobili da destinare a abitazione temporanea per chi ha perso casa, creazione di 'zone franche' dove, per due anni, vi sarà l'esenzione delle imposte per le imprese, potenziamento del fondo per le emergenze e del sistema di comunicazione d'emergenza.

Il testo, in elaborazione fino all'ultimo, soprattutto per quanto riguarda la parte economica, prevede una serie di modifiche al decreto legge 189, convertito nella legge 229 del 15 dicembre 2016. Si prevede, tra l'altro, un aumento dei tecnici a disposizione delle Regioni per il supporto agli uffici speciali per la ricostruzione e dei Comuni per lo svolgimento delle attività di progettazione e di affidamento lavori e di controllo sull'esecuzione degli appalti. E proprio in tema di appalti, viene stabilito che per partecipare alle gare, è sufficiente che le imprese dimostrino di aver presentato la domanda di iscrizione all'Anagrafe. Per evitare però che chi partecipi non abbia i requisiti, si introduce un meccanismo di velocizzazione dei controlli.

Al Commissario straordinario Errani viene inoltre data la «possibilità di individuare opere ed interventi di interesse strategico ai fini delle ricostruzione, assicurandone la più rapida realizzazione senza limiti di spesa, attraverso procedure semplificate di affidamento dei lavori, dei servizi e delle forniture». Un discorso che vale anche per le scuole: il decreto stabilisce infatti la «previsione di piani straordinari per assicurare il ripristino, per l'anno scolastico 2017-2018, delle condizioni necessarie per lo svolgimento dell'attività didattica» attraverso la «semplificazione delle procedure di affidamento degli appalti relativi alla realizzazione» delle scuole e delle relative opere di urbanizzazione. Vi sono poi tutta una serie di norme per «rilanciare il sistema produttivo»: il prolungamento fino al 31 dicembre 2017 delle misure di sostegno al reddito dei lavoratori, il blocco del pagamento delle tasse fino al 30 settembre 2017, l'elaborazione da parte delle Regioni di un piano finanziario degli interventi da realizzare con i contributi a fondo perduto (nel limite di 80 milioni), la creazione di «zone franche» per gli anni 2017 e 2018 che consentiranno alle imprese di accedere a tutta una serie di agevolazioni (esenzione delle imposte sui redditi fino a 100mila euro, esenzione dell'imposta regionale sulle attività produttive fino a 300mila euro, esenzione delle imposte municipali).

Sempre le Regioni potranno inoltre «acquisire al patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica immobili ad uso abitativo agibili, da destinare temporaneamente alle popolazioni residenti in edifici distrutti o danneggiati». Una «soluzione alternativa» che il governo ritiene più economica rispetto alle Sae, le casette. Le proposte dovranno essere sottoposte alla preventiva approvazione del capo del Dipartimento della Protezione Civile, «previa valutazione di congruità sul presso convenuto». Infine, il decreto prevede un «potenziamento della capacità operativa della Protezione Civile» anche se nella bozza non sono indicate né le cifre a disposizione del Dipartimento per un «piano urgente di revisione e ammodernamento» dei mezzi e delle attrezzature delle colonne mobili e del potenziamento delle reti nazionali di monitoraggio dei rischi naturali e dei supporti tecnologici e di comunicazione emergenza, né per incrementare il Fen, il fondo emergenze nazionali. 

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