Di Maio in piazza a Roma: «Lo Stato ora siamo noi»

Sabato 2 Giugno 2018
Di Maio in piazza a Roma: «Lo Stato ora siamo noi»
Il ministro del Lavoro e Sviluppo e leader dei 5 stelle Luigi Di Maio è con Beppe Grillo e il sindaco di Roma Virginia Raggi alla manifestazione #IlMioVotoConta, promossa a Roma alla Bocca della Verità dal Movimento per festeggiare la nascita del governo con la Lega. 

Dopo Davide Casaleggio è Di Maio a salire sul palco. Il leader 5 stelle ha aperto il suo intervento dicendo: «Festeggiamo il governo del cambiamento». Poi dagli altoparlanti della piazza è partito l'inno di Mameli, cantato dalle migliaia di militanti presenti. Al fianco di Di Maio, sul palco, Sergio Bramini, l'imprenditore a cui è stata pignorata la casa giorni fa - l'uomo aveva diversi crediti nei confronti dello Stato - e chiamato dal ministro come consulente al Mise. «Adesso lo Stato siamo noi», ha sottolineato Di Maio.

 
 


«Ci mettiamo al lavoro per risarcire i truffati delle banche, vittime di una grande conflitto di interessi che ha alimentato la II Repubblica», ha detto Di Maio. Poco prima aveva annunciato una legge che aiuti gli imprenditori in casi in cui non riescano a riscuotere crediti dallo Stato. «Faremo una riforma della legge fallimentare e metteremo mano alla legge sulle banche eliminando l'articolo 160 che ha consentito che io e la mia famiglia fossimo sloggiati con la forza», ha spiegato Bramini.

Tricolori e bandiere del M5S, «vecchia guardia», neo-pragmatici, «big» diventati ministri: la festa per il governo organizzata dal Movimento alla Bocca della Verità è un modo per ricompattare un universo che ha vissuto gli ultimi
giorni come un sisma. E, non a caso, a salire sul palco arriva Beppe Grillo, che esce dal cono d'ombra delle ultime settimane e, assieme a Davide Casaleggio, prova a mantenere intatto l'equilibro tra l'ala governista e un'ala ortodossa che mira a non disperdere il Movimento delle origini. Con all'orizzonte, un possibile restyling dei vertici pentastellati.

Di Maio è stato acclamato dai militanti da applausi e con il coro «Luigi, Luigi». «Ci sono molto aspettative, lo sappiamo, abbiamo appena iniziato», ha detto. Poco prima, in un video tour via facebook al Ministero dello Sviluppo
Economico, lancia le sue prime priorità: non cita il reddito di cittadinanza ma quel superamento della Fornero «caro» alla Lega e la quota 100 delle pensioni contenuta nel programma del Movimento. Smussa, inoltre, i toni nei confronti del Quirinale - parlando di «interlocuzione virtuosa» - contro il quale, di fatto, aveva indetto la manifestazione del 2 giugno a Roma. Ma, ammette lui stesso, «il governo del cambiamento ci è stato permesso».

Insomma la piazza della protesta, per la prima volta nella storia del Movimento, diventa la piazza della celebrazione del governo. Pochissimi gli assenti a un evento aperto, non a caso, da due «ortodossi» doc come Dalila Nesci - che cita le parole guerriere di Grillo - e Nicola Morra che ribadisce come sono «i contenuti» a essere al centro dell'azione dei Cinque Stelle. Oltre a Raggi, ci sono esponenti storici come Giancarlo Cancelleri e Alessio Villarosa, c'è la squadra dei ministri al gran completo, eccetto il premier Giuseppe Conte. I toni sono quelli di lotta cari al Movimento: dal palco si promette un'Italia più forte, si assicura che la troika in Italia non verrà, si promette lotta senza respiro in Europa.

E Raggi si toglie un sassolino dalla scarpa: «Hanno descritto Roma come un inferno per evitare che il M5S andasse al governo». Invece, ha continuato, «Roma ha iniziato a invertire la rotta, ha iniziato a risparmiare e oggi abbiamo finalmente soldi da investire in appalti. Roma non è più ladrona», ha proseguito il sindaco di Roma. «Siamo riusciti a far inserire nel governo un intero paragrafo per Roma Capitale. Non voglio chiedere soldi, ma competenze e poteri, vogliono andare a parlare direttamente con lo Stato senza passare per il tramite della Regione. Voglio avere gli stessi poteri che hanno i sindaci delle altre Capitali», ha aggiunto Raggi alla festa M5S.

 


«Da domani inizieranno ad accusare questi ragazzi dicendo che non sanno governare. Noi dobbiamo dosare le forze, perché abbiamo 5 anni e dobbiamo star loro vicino quando inizierà ad essere dura», ha sostenuto ancora Raggi.

Ma sotto la coltre della festa del Governo a 5 Stelle c'è un Movimento che si muove. Fonti pentastellate spiegano infatti come, nel medio periodo, ci sia la possibilità di un restyling nei vertici del Movimento con l'istituzione di un una sorta di nuovo direttorio, più allargato rispetto a quello a 5 nato nel 2014, che affianchi Di Maio - superministro e vice premier - nella direzione del Movimento.

Grillo, prima di arrivare alla festa, tiene un lungo vertice con Casaleggio, con il direttivo dell'associazione Rousseau e, per un paio d'ore, anche con Raggi e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Poi, scatta l'ora della festa in piazza. «Ora lo Stato siamo noi, questa è la Repubblica del M5S», è il messaggio di Di Maio che, dal palco, saluta il presidente Sergio Mattarella e il presidente della Camera Roberto Fico, mediatore nella ricucitura del M5S con il Colle.

«Se siamo qui oggi è perché tutte le volte che ci hanno detto è impossibile, noi non gli abbiamo creduto​. Perché tutte le volte che ci hanno detto siete destinati a sparire noi li abbiamo ignorati​. Perché tutte le volte che ci hanno detto inseguite utopie', noi abbiamo pensato che non ci fosse altro da inseguire. Ed oggi, qui, ne siamo la prova», ha detto Casaleggio dal palco della manifestazione romana del M5S.





 
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