Usa2016, Trump ora schiera Melania. Obama: Donald va fermato

Venerdì 4 Novembre 2016 di Anna Guaita
Melania Trump
NEW YORK Riuscirà Melania Trump a convincere le donne a votare per il marito? Ieri pomeriggio l'ex modella ce l'ha messa tutta. La moglie del candidato repubblicano ha parlato in un comizio in Pennsylvania. È stata la sua prima uscita pubblica dopo l'intervento alla convention di Cleveland, che si concluse male per lei quando si notò che parte del suo discorso era stato copiato da uno di Michelle Obama.

Ieri però Melania ha toccato tutte le corde più profonde nel cuore dei repubblicani: ha ricordato la sua infanzia in Slovenia, «Un piccolo Paese bellissimo, che era sotto la dittatura comunista», il suo sogno dell'America, «Il paese della libertà», la sua faticosa carriera di modella, «la moda è glamour, ma anche tanto lavoro e tante delusioni», e infine il suo approdo negli Usa dove è diventata cittadina, «con tanto orgoglio». Ha anche anticipato quale sarebbe la sua passione da first lady: combattere il cyberbulling.

APPLAUSI
Il pubblico - accuratamente scelto fra i fedelissimi - l'ha applaudita di cuore, soprattutto quando ha tessuto le lodi del marito, presentandolo come un salvatore della Patria: «Quel che so di sicuro nel mio cuore è che quest'uomo farà di nuovo l'America grande». La moglie dell'imprenditore ha fatto il suo compitino senza commettere errori, e riuscendo a momenti a sembrare anche spontanea. Ma pare difficile che un suo discorso possa di colpo cancellare il divario di popolarità di cui Trump soffre presso il pubblico femminile. Il discorso è stato tenuto in Pennsylvania per un motivo chiaro: lo Stato che porta in dote ben 20 voti elettorali è ancora sul colonnino di Hillary Clinton, ma lo scarto fra i due si è assottigliato nelle ultime settimane, con Hillary che supera Donald solo di quattro punti percentuali.

La scommessa di Donald, nel portare la riluttante Melania a parlare in pubblico proprio in Pennsylvania, è di cercare di scalzare la schiacciante preferenza delle donne per la rivale, preferenza che è andata montando dopo che sono venuti alla luce i commenti a luci rosse di Trump sulle donne. Vari esperti che l'hanno ascoltata sono però scettici che Melania possa avere questo effetto, ma al punto in cui siamo nella volata finale, tutto aiuta.

LA GARA
Se infatti i sondaggisti autorevoli continuano a dare Hillary vincente, è indubbio che la gara si è fatta serratissima. Alcuni Stati potrebbero tenerci svegli fino a tardi l'8 novembre, risultando «too close to call», cioè con i rivali tanto vicini che bisognerà contare fino all'ultimo voto per sapere chi è vincitore. Uno degli Stati più in bilico insieme alla Carolina del nord e l'Ohio - è per l'appunto la Florida, quella che nel Duemila tenne il Paese con il fiato sospeso per giorni, fino all'intervento della Corte Suprema che decise a favore di George Bush, contro Al Gore. E difatti ieri in Florida c'erano sia Donald Trump, che il presidente Barack Obama. Trump ha attaccato Obama, facendo pesante ironia sul fatto che Obama era a fare campagna per «la corrotta Hillary» invece che essere allo Studio Ovale a lavorare. Ha anche insinuato che ci potrebbe essere «un conflitto di interesse» nel sostegno di Obama per la candidata democratica, perché ha detto «Hillary è sotto inchiesta criminale e finirà in prigione».

La dichiarazione non è vera. Hillary non è sotto inchiesta criminale, anche se l'Fbi sta studiando le sue email e le finanze della Fondazione Clinton. Nella realtà, è semmai Trump che rischia seri problemi con la legge, per le denunce di frode degli studenti della sua pseudo «università», che verranno discusse in un processo alla fine del mese. Obama ha invece dedicato le sue due fermate in Florida a sollecitare l'ottimismo e la partecipazione dei giovani: «Trump va fermato. Vi chiedo di credere nella vostra capacità di cambiare le cose. Ricordate che i mio slogan non era sì, io posso, ma sì noi possiamo». Barack Obama ha promesso di aiutare Hillary a chiudere in bellezza la campagna lunedì, sul palco a Filadelfia, insieme a Michelle.

Intanto, il governo americano teme un massiccio attacco hacker dalla Russia o da altri Paesi con l'obiettivo di creare il caos nel giorno delle elezioni presidenziali. Per contrastare questo pericolo sta producendo uno sforzo senza precedenti coordinato dalla stessa Casa Bianca e dal Dipartimento per la sicurezza nazionale.
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