Libia, la famiglia di Fausto Piano sceglie il silenzio, l'avvocato di Failla: «Lasciati senza protezione»

Venerdì 4 Marzo 2016
Libia, la famiglia di Fausto Piano sceglie il silenzio, l'avvocato di Failla: «Lasciati senza protezione»
Un silenzio pieno di dolore. I familiari di Fausto Piano, il tecnico della Bonatti ucciso ieri in Libia dopo il rapimento dello scorso luglio, non parlano. Ma nella loro casa di via Carbonia, a Capoterra (Cagliari), continua anche in queste ore il via vai di parenti e amici. E dalle testimonianze di chi è andato a fare visita alla moglie e ai figli di Piano - sempre poche battute prima di infilarsi nelle auto posteggiate sotto l'abitazione - spunta, accanto alla tristezza, anche la rabbia. C'è chi ringrazia ironicamente lo Stato. E c'è chi, completa il pensiero: Si poteva fare di più. I familiari stretti non parlano, continuano a soffrire in silenzio: mantengono il riserbo degli ultimi otto angoscianti mesi. La notizia della liberazione dei due colleghi di Fausto? Non aggiunge dolore, dice ancora qualcuno che ha appena visitato la famiglia. Riferendosi probabilmente al clima di gioia nelle famiglie e nelle comunità che in queste ore invece stanno riabbracciando i propri cari. Tutta la comunità è vicina alla famiglia Piano. La parrocchia sta organizzando una veglia di preghiera. Mentre il Comune proclamerà in queste ore la giornata di lutto cittadino. Anche il Consiglio comunale si fermerà un minuto per ricordare Fausto Piano.

«È necessario accertare eventuali responsabilità della società Bonatti sulla mancata sicurezza per i quattro tecnici che non avevano nessuna protezione». È quanto chiede l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale dei familiari di Salvatore Failla, morto in circostanze ancora da chiarire in Libia dove si trovava sequestrato da circa otto mesi. «È un dato di fatto che i quattro - aggiunge il penalista - abbiano dovuto compiere il trasferimento da Tunisi al compound dove avrebbero dovuto lavorare senza alcuna scorta armata e senza alcuna protezione».
Caroleo Grimaldi, riferendosi a indiscrezioni secondo cui sui corpi di Failla e Fausto Piano sarebbero stati riscontrati colpi di arma da fuoco alla nuca, afferma che si tratta di «un elemento inquietante». «Fino ad adesso abbiamo mantenuto un riserbo perchè eravamo consapevoli della delicatezza della situazione ma da oggi in poi parleremo perchè vogliamo risposte e chiarezza», conclude il penalista

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA