Spari della Guardia costiera libica contro la Mare Jonio. L'appello della ong: «Il governo italiano li fermi»

Mediterranea Saving Humans: «Hanno creato il panico e provocando la caduta in acqua di diverse persone»

Giovedì 4 Aprile 2024
Spari della Guardia costiera libica contro la Mare Jonio. L'appello della ong: «Il governo italiano li fermi»

Spari in mare dalla Guardia costiera libica contro l'intervento della Mare Jonio, la nave dell'ong Mediterranea Saving Humans, unica della flotta civile a battere bandiera italiana.

«Una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica è intervenuta violentemente pochi minuti fa proprio mentre la Mare Jonio stava soccorrendo un'imbarcazione in pericolo in acque internazionali.

I miliziani libici - prosegue la ong - hanno sparato colpi d'arma da fuoco in acqua e in aria, creando il panico e provocando la caduta in acqua di diverse persone. Il team della Mare Jonio sta recuperando e proteggendo i naufraghi. Chiediamo - aggiunge - che il Governo italiano intervenga subito per fermare i comportamenti violenti, pericolosi e criminali della cosiddetta guardia costiera libica».

«Spari contro i gommoni di salvataggio della Mare Jonio e frustate a migranti che si trovavano a bordo della motovedetta libica». A raccontarlo Denny Castiglione, capomissione di Mediterranea Saving Humans, in un video pubblicato su X. «Ci eravamo recati su un target con motore in avaria - spiega - e mentre stavamo distribuendo i giubbotti di salvataggio è arrivata, con fare molto minaccioso e a velocità spedita, una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica. Al suo arrivo moltissime persone, in forte agitazione, si sono lanciate in acqua, mentre altre persone, di un precedente soccorso, venivano frustate sulla prua della motovedetta e altre, dal terrore, o si lanciavano in acqua o venivano buttate dalla guardia costiera libica. Mentre stavamo soccorrendo le persone in acqua - prosegue Castiglione - la motovedetta ha iniziato a sparare prima in aria e poi addosso ai nostri gommoni di salvataggio sfiorando più volte i nostri soccorsi. Abbiamo soccorso 58 persone, non abbiamo ancora idea adesso se ci siano dispersi. L'operazione è stata molto complessa e messa ancor di più a repentaglio da questo scellerato intervento della guardia costiera libica».

Fratoianni: «Comportamento criminale»

«È un comportamento criminale sparare nel Mediterraneo centrale contro navi ong che salvano vite, creando panico mentre è in corso un'operazione di salvataggio, mettendo a rischio l'esistenza di esseri umani. È quello che è accaduto poco fa nei confronti di una nave battente bandiera italiana, la Mare Jonio di Mediterranea, per responsabilità di un equipaggio della cosiddetta Guardia Costiera libica, sostenuta, armata e finanziata dal governo italiano. Un fatto di una gravità inaudita. I ministri Piantedosi, Tajani e Crosetto li fermino. Ora». Lo afferma Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi Sinistra. «E poi - aggiunge il leader di SI - vengano in Parlamento a spiegare quanto accaduto, si impegnino affinché questi comportamenti da pirati non si ripetano, e decidano una buona volta di non finanziare più queste milizie pericolose, e la smettano di regalargli motovedette con cui sparano addosso alle persone».

La sedicesima missione

La nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans è salpata ieri alle 19.30 dal porto di Siracusa, dirigendosi verso il Mediterraneo centrale per la sua sedicesima missione di monitoraggio e soccorso in mare. Pochi giorni fa si era conclusa la Missione 15 con lo sbarco a Pozzallo di 113 naufraghi soccorsi nella notte tra il 23 e il 24 marzo in due distinte operazioni dall'unica nave della Flotta Civile battente bandiera italiana, a cui si aggiungono le 59 persone portate in salvo in collaborazione con la Guardia Costiera italiana. «La cosiddetta "zona Sar libica", dove ci stiamo dirigendo, è la zona di mare dove avvengono, per decisione politica dei governi italiani ed europei, le violazioni sistematiche dei diritti umani che da inizio anno hanno causato numerosi naufragi e quasi 400 vittime accertate, senza contare le persone disperse e i "naufragi-fantasma" di cui non sappiamo nulla. Le milizie libiche, pagate fior di milioni e rifornite di mezzi navali e terrestri, hanno il compito di catturare e deportare chi tenta di fuggire dai lager: dall'inizio dell'anno sono state 3.791 le donne, uomini e bambini respinti in questo modo verso la Libia - aveva dichiarato il capomissione a bordo, Denny Castiglione - Dedichiamo i primi pensieri di questa missione - aggiunge - ad Amina, una ragazza di vent'anni che ha perso la vita nel naufragio avvenuto stanotte a sole 33 miglia da Lampedusa».

Ultimo aggiornamento: 19:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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