Kiev, scade l'ultimatum degli oppositori: «Nuove elezioni o scatta l'offensiva»

Giovedì 23 Gennaio 2014
Scontri a Kiev

Notte senza scontri a Kiev, ma stasera scade l'ultimatum di 24 ore che l'opposizione ucraina ha lanciato al presidente Viktor Ianukovich dopo i violenti scontri degli ultimi giorni tra polizia e manifestanti nel centro di Kiev in cui sono morte almeno due persone. I leader dell' opposizione hanno chiesto al capo di Stato di indire nuove elezioni, altrimenti i manifestanti «passeranno all'offensiva».

«Lei, signor presidente - ha detto uno dei leader dell'opposizione, Vitali Klitschko, arringando ieri sera una folla di circa 40.000 persone in piazza Maidan - ha la possibilità di risolvere questa questione.

Elezioni anticipate cambieranno la situazione senza spargimento di sangue». L'opposizione, che finora (Timoshenko a parte) ha condannato l'attacco alla polizia dei dimostranti più estremisti, minaccia così di partecipare a quella che è ormai una vera e propria insurrezione «e se una pallottola in fronte deve essere, una pallottola in fronte sia - ha detto Arseni Iatseniuk, un altro leader dell'opposizione - ma in modo onesto e coraggioso».

La tregua Nessuno scontro tra manifestanti antigovernativi e polizia ucraina fino alle 20 (le 19 in Italia). L'opposizione e il governo di Kiev hanno deciso una tregua, in attesa dell'esito di nuovi negoziati, nelle violenze che da domenica scorsa investono quasi senza interruzione la capitale ucraina.

La tregua è stata raggiunta su richiesta del campione di boxe e leader del partito d'opposizione "Udar", Vitali Klitschko, che ha annunciato che alle 20 tornerà dai manifestanti per riferire loro dell'esito dei colloqui con il governo.

Parlamento convocato per eventuali dimissioni Il parlamento ucraino - su richiesta del presidente Ianukovich - si riunirà in seduta straordinaria la settimana prossima per discutere le possibili dimissioni del governo e l'abrogazione delle leggi anti-protesta che hanno portato ai violenti scontri a Kiev. Lo ha detto il presidente del Parlamento, Volodimir Ribak, citato dall'Interfax.

La convocazione della seduta straordinaria del parlamento è stata richiesta dallo stesso presidente Viktor Ianukovich per risolvere la grave crisi politica in atto nel Paese. Sia la caduta del governo che l'abrogazione delle recenti leggi che inaspriscono le pene previste per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate sono tra le richieste avanzate dall'opposizione al capo di Stato.

Il bilancio degli scontri Sono 157 secondo l'amministrazione comunale di Kiev i manifestanti antigovernativi ucraini feriti da quando, domenica scorsa, sono iniziati i violenti scontri di via Grushevski tra dimostranti e polizia. Di questi, 72 sono stati ricoverati in ospedale. Questa cifra è in contraddizione con quella fornita dal centro medico dei manifestanti, secondo cui solo dopo le 12 di ieri sarebbero rimaste ferite 300 persone.

Sono 75 finora le persone arrestate dalla polizia. Lo fa sapere il ministero dell'Interno di Kiev. La precedente stima era di 50 arresti. I poliziotti ucraini rimasti feriti in questi giorni di violenti scontri a Kiev tra i manifestanti antigovernativi e le forze dell'ordine sono 254. Lo fa sapere il ministero dell'Interno ucraino precisando che gli agenti ricoverati in ospedale sono 104. Il precedente rapporto parlava di 218 poliziotti feriti.

Parlamento ombra Comincia a prendere forma il parlamento ombra annunciato dall'opposizione ucraina al posto di quello ufficiale, ormai «delegittimato» - secondo i partiti contrari al presidente Viktor Ianukovich - dall'approvazione delle leggi anti-protesta una settimana fa. E il nuovo Parlamento ha già i suoi leader, cioè i tre capi dell'opposizione: il capogruppo del partito di Timoshenko "Patria" Arseni Iatseniuk, l'ex pugile Vitali Klitschko, e l'ultranazionalista Oleg Tiaghnibok. La Rada popolare, così si chiama il nuovo Parlamento, deve però «ancora ottenere la legittimazione degli elettori», ha spiegato un deputato dell'opposizione.

La Russia Mosca deplora l'«evidente ingerenza straniera» nella crisi politica ucraina e assicura che non interverrà «in alcun modo» negli affari interni del Paese «fratello»: lo ha detto Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, in una intervista al tabloid Komsomolskaia Pravda. «Non pensiamo di avere il diritto di intervenire negli affari interni dell'Ucraina in alcun modo. È assolutamente inaccettabile per noi ingerirsi negli affari interni di un altro Paese», ha osservato Peskov.

«Non possiamo capire gli ambasciatori dei Paesi stranieri che lavorano a Kiev, che dicono ciò che devono fare le autorità in Ucraina, o da dove esse devono ritirare le loro truppe e la polizia», ha aggiunto. Mosca, ha proseguito, è «convinta» che le autorità ucraine «sappiano ciò che bisogna fare e troveranno la migliore soluzione per far tornare la situazione alla normalità e ristabilire la pace».

La manifestazione all'ambasciata Usa Centinaia di persone hanno circondato l'ambasciata Usa ieri sera e nella prima mattinata di oggi lanciando uova contro la targa all'ingresso e cantando con cartelli che invitavano Washington a non immischiarsi negli affari interni dell'Ucraina. Secondo alcuni media si tratterebbe di «titushki», così come vengono chiamati i presunti provocatori pagati dal governo. Secondo l'agenzia Interfax la protesta sarebbe stata organizzata invece da un gruppo costituitosi di recente, denominato «Cittadini di Kiev per una città pulita» e contrario alle barricate in centro dei manifestanti antigovernativi. Ieri gli Usa hanno annunciato di aver revocato il visto ai «responsabili delle violenze» a Kiev negli scontri tra manifestanti antigovernativi e polizia.

Arrestato giornalista russo Intanto la polizia ucraina ha arrestato un giornalista russo della testata online Lenta.ru, Andrei Kiseliov, durante gli scontri tra insorti e forze dell'ordine nel centro di Kiev. Lo ha annunciato un collega di Kiseliov, Ilia Azar. Secondo il fondatore di Lenta.ru, Alexander Rastorguiev, il giornalista «è stato picchiato» e «non si hanno informazioni su dove sia».

L'appello di Gorbaciov Il premio Nobel per la pace Mikhail Gorbaciov ha lanciato un appello a Putin e Obama per una loro mediazione nella crisi politica ucraina, evitando una «pericolosissima escalation» che può portare ad una «catastrofe». Lo riferisce Interfax.

«Vladimir Vladimirovich, signor Obama, vi prego di trovare la possibilità per fare un passo risoluto per aiutare l'Ucraina a tornare sulla via dello sviluppo pacifico», dice l'ultimo presidente dell'Urss, in un appello dove ricorda che sua madre e sua moglie erano "ucraine". «Sono convinto che è nelle vostre forze ottenere questo obiettivo. Le parti contrapposte devono mettersi al tavolo delle trattative. Ripongo le speranze in voi», prosegue. «Non si può consentire che ucraini combattano contro ucraini. È una assurdità orribile, ma la situazione, come sembra, ha assunto un carattere tale che senza l'aiuto, senza il sostegno dei rappresentanti autorevoli dei nostri due Paesi, può portare ad una catastrofe», aggiunge. «La cosa principale ora è fermare la pericolosissima escalation», conclude, ammonendo che la crisi a Kiev minaccia non solo l'Ucraina e i suoi vicini ma anche l'Europa e tutto il mondo.

La telefonata di Barroso a Yanukovich Il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, ha parlato al telefono con il presidente ucraino, Alexander Yanukovich. Domani il Commissario per l'allargamento, Stefan Fule, sara a Kiev «per parlare con le autorità e i leader dell'opposizione». «Vogliamo dare tutte le possibilita al dialogo politico e partecipare» ha detto il portavoce della Commissione: «vogliamo una de-escalation della violenza. Se non ci sarà ne trarremo le conseguenze nel rapporto con l'Ucraina» non escludendo la possibilità di sanzioni.

L'appello della Merkel La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sollecitato oggi il governo ucraino a «proteggere la vita» dei manifestanti dell'opposizione, dopo gli scontri degli ultimi giorni e le prime vittime registrate a Kiev. «Noi chiediamo al governo ucraino di garantire le libertà fondamentali e, in particolare, il diritto di manifestare pacificamente, nonchè di proteggere la vita (dei dimostranti) senza fare ricorso alla violenza», ha detto Merkel durante un incontro con giornalisti.

Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 08:27