New York, Trump: «L'attentatore un animale». Poi evoca Guantanamo e annuncia: «Basta Green card»

Mercoledì 1 Novembre 2017
New York, Trump: «L'attentatore un animale». Poi evoca Guantanamo e annuncia: «Basta Green card»
L'attentatore di New York è «un animale», bisognerebbe prendere in considerazione l'ipotesi di mandarlo a Guantanamo, il centro di detenzione americano a Cuba dove sono rinchiusi ancora molti terroristi definiti «nemici combattenti arrestati all'estero». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in una dichiarazione prima di una riunione del governo, assicurando che le autorità stanno «indagando su questo animale che ha commesso gli attacchi».

Trump ha denunciato quindi la lentezza del sistema giudiziario americano, a causa della quale l'uzbeko Sayfullo Saipov potrebbe attendere anni prima di essere condannato. E alla domanda se il sospetto potrebbe essere mandato a Guantanamo ha risposto: «Certamente prenderei in considerazione» questa possibilità, «mandarlo a Guantanamo, certamente lo considererò».

Dopo l'attentato di New York, Trump si è scagliato poi contro la "lotteria" che ogni anno assegna a decine di migliaia di stranieri il permesso di soggiorno negli Stati Uniti. «Il terrorista è venuto nel nostro paese attraverso il "Diversity visa lottery program", un regalo di Chuck Schumer», ha scritto Trump su Twitter, aggiungendo, «Io invece voglio un sistema che si basi sul merito». 

La "lotteria" di cui parla Trump è stata istituita con la legge sull'immigrazione del 1990, di cui l'attuale inquilino della Casa Bianca attribuisce l'ideazione all'attuale leader della minoranza democratica al Senato Schumer. «Stiamo lottando duramente per un'immigrazione basata sul merito, basta lotterie democratiche. Dobbiamo diventare molto più severi (e furbi)», scrive Trump in altro altro tweet. 

L'attuale sistema, istituito nel 1990 ed entrato in vigore nel 1995, assegna tramite un sistema di estrazione 50mila permessi di soggiorno permanenti ogni anno. Allo scopo di diversificare la popolazione immigrata degli Usa, vengono selezionate le domande provenienti dai Paesi che nei cinque anni precedenti hanno avuto un basso tasso di emigrazione verso gli Stati Uniti. Un sistema che ora Trump intende cambiare: il presidente, che ha definito Saipob «un animale» che va «rinchiuso a Guantanamo», si è detto intenzionato a chiedere al Congresso di iniziare «immediatamente» a lavorare per mettere fine al programma. «Prenderò tutte le misure necessarie per proteggere il nostro popolo», ha detto. «Tutta l'America sta pregando ed è addolorata» per le vittime. «I nostri cuori sono infranti per loro», ha detto in una riunione di governo alla Casa Bianca, affermando: «Basta con il politically correct».

«L'immigrazione è un bene per l'America», ha detto il senatore democratico Chuck Schumer, ribadendo il proprio sostegno alla legge e rispondendo ai tweet di Donald Trump, che hanno scatenato anche l'ira del sindaco democratico di New York: «L'ultima cosa che il presidente o chiunque dovrebbe fare è politicizzare questa tragedia», ha detto in un'intervista alla Cnn. 

«Dobbiamo accertare quello che è successo - ha sottolineato il sindaco, Bill De Blasio - e questo è il lavoro che deve essere fatto dall'Fbi, dal dipartimento di polizia di New York e da tutti i nostri partner, per determinare esattamente chi è quest'uomo e cosa lo ha spinto a compiere questo atto orribile». Quindi De Blasio ha messo in guardia dal «denigrare religioni, nazioni o razze nel loro complesso», perché questo rende solo la situazione peggiore. «Chiunque voglia entrare in questo Paese deve essere controllato molto attentamente in quanto individuo», ha concluso.

Nel frattempo arriva anche il commento dell'ex presidente statunitense Barack Obama, che si è detto addolorato
per quanto accaduto a New York: «I newyorchesi sono tenaci come pochi», ha affermato da Chicago, dove è in corso il summit organizzato dalla sua Fondazione, senza entrare al momento nelle polemiche suscitate dalle parole del presidente Donald Trump dopo l'attentato. Nel ricordare le vittime dell'attentato di New York Obama parla di «attacco», e non usa la parola «terrore» o «terrorismo», come sottolineano alcuni media americani critici nei confronti dell'ex presidente. Media che ricordano come Trump fin dalla campagna elettorale abbia sempre criticato Obama per non ricorrere all'espressione «estremismo radicale islamico».

Più diretta la moglie dell'ex presidente, Michelle che ha invitato a «mettere da parte con forza il proprio ego, la gelosia e l'odio, agendo sempre nell'interesse delle future generazioni». «Mi rattrista quando la gente non accetta un aumento delle tasse per garantire a tutti un'educazione o la copertura sanitaria», ha detto Michelle, riferendosi all'agenda dell'attuale inquilino della Casa Bianca. «Mi viene da piangere non si vogliono tutelare i 'dreamer'», gli immigrati entrati da minorenni negli Usa e protetti da una legge promossa da Obama. Legge che Trump vorrebbe smantellare, col rischio che milioni di irregolari siano rimpatriati forzosamente».


 
Ultimo aggiornamento: 19:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA