Il giudice Anna Maria Gerli del Tribunale di Milano ha disposto la misura cautelare dei domiciliari per Antonio Bini, il bodybuilder arrestato per lesioni aggravate dai futili motivi in relazione all'aggressione di ieri mattina in via Lepetit, a Milano, ai danni di un tassista a cui ha staccato con un morso il lobo di un orecchio. Il 29enne, che lavora nella reception di un albergo che si trova a poca distanza da dove è avvenuta la lite per motivi di viabilità, uscendo dall'aula ha mostrato ai cronisti il dito che, come ha detto lui stesso in udienza, gli avrebbe morsicato il tassista durante la colluttazione. Bini, che ieri è stato anche accompagnato al Fatebenefratelli per farsi medicare lievi contusioni riportate, si è difeso dicendo che il tassista lo avrebbe provocato con la frase «picchiami picchiami, tanto io sono del mestiere». La compagna di Bini fuori dall'aula ha detto ai cronisti: «Non è l'animale che state descrivendo». Il processo è stato aggiornato al 5 dicembre.
Bini, davanti al giudice in udienza a porte chiuse, da quanto si è saputo ha provato a spiegare di non aver morso all'orecchio il tassista di 48 anni, raccontando che l'uomo potrebbe essersi ferito in quel punto cadendo a terra.
Il ventinovenne e il tassista hanno discusso per motivi di viabilità: il primo, che ha precedenti, ha aggredito verbalmente il secondo perché pretendeva di parcheggiare nel suo posto. Secondo la dinamica ricostruita finora dalla polizia, il 29enne gli ha morso l'orecchio, che è rimasto attaccato solo per un lembo, e poi è risalito in auto, ma il tassista si è posizionato davanti per non farlo scappare e da lì si è riaccesa la lite, andata avanti con calci e pugni. Il tassista è stato trasportato in codice giallo al Niguarda, l'altro in condizioni meno gravi al Fatebenefratelli. Non sono stati ancora presi provvedimenti, starà a loro decidere se denunciarsi a vicenda.