Taglio del cuneo fiscale, i sindacati in pressing sul governo: «Intervento da decidere con noi»

Martedì 14 Gennaio 2020
Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri
Sindacati in pressing sul governo perché il confronto che sta per riavviarsi su temi cruciali come il fisco e le pensioni sia «vero» e porti risposte concrete alle richieste che da oltre un anno e mezzo sono nero su bianco nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil e che nei mesi scorsi sono state al centro delle diverse mobilitazioni, dal lavoro al Sud. Il primo appuntamento è fissato per venerdì 17 gennaio a Palazzo Chigi per discutere del taglio del cuneo fiscale in favore dei lavoratori, il secondo per lunedì 27 gennaio, subito dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria, sui temi previdenziali. Tavoli che si aggiungono ai due già aperti alla fine dell'anno scorso, su investimenti e mezzogiorno e su pubblica amministrazione e rinnovo dei contratti e su cui i sindacati si attendono altrettanti passi in avanti.

Alla ripresa del nuovo anno, Cgil, Cisl e Uil fanno il punto riunendo le segreterie unitarie e rilanciano l'azione. «Quello che si apre con il governo è un momento importante per portare a casa risultati», afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, rimarcando la «disponibilità» del sindacato ma «senza fare sconti», perché «non c'è più nulla da scambiare». E con il rispetto di un principio di fondo: «Un confronto corretto deve avvenire su idee, ipotesi e proposte da discutere. Nessuno immagini di arrivare con proposte a scatola chiusa», avverte la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in vista dell'incontro di venerdì a Palazzo Chigi. Sulla stessa linea il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo: «Vogliamo fare questo confronto sulla base di testi scritti e non di annunci, che poi vengono disattesi».

Ma il taglio del cuneo fiscale (che va definito al tavolo, insistono) per Cgil, Cisl e Uil è solo l'inizio di un percorso più lungo che deve portare alla riforma complessiva del sistema.
Che «è urgente: oltre l'85% del fisco italiano è sul groppone dei lavoratori dipendenti e dei pensionati - sottolinea Furlan - ed è evidente che una riforma fiscale non può non tenerne conto». Per questo si deve arrivare ad abbassarne il peso ai dipendenti ma anche ai pensionati. E, poi, anche rivedere le aliquote Irpef e rafforzare la lotta all'evasione. Guidati dal principio costituzionale della progressività della tassazione. Altrettanto aperta la partita sulle pensioni: per i sindacati (che già hanno detto no all'ipotesi di un'eventuale Quota 102), oltre al superamento della legge Fornero, è prioritario affrontare anche il tema della rivalutazione delle pensioni in essere, delle pensioni dei giovani e delle donne, a cui riconoscere almeno un anno di sconto contributivo per figlio, e arrivare ad una legge sulla non autosufficienza.
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