Santanché si difende in Senato sul caso Visibilia. La mozione di sfiducia del M5S e i segnali (di sostegno) dal governo: gli scenari

Governo al completo (salvo la premier in trasferta a Varsavia) per la ministra del Turismo, che si difende attaccando. Parla di «dati oscuri e senza fonte» e ribadisce di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. «Oggi tocca a me domani, potrebbe colpire chiunque».

Mercoledì 5 Luglio 2023 di Luca Pulejo
Santanché in Senato per riferire sull'inchiesta mediatica, cosa ha detto e gli scenari

«Non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia». Daniela Santanché lo scandisce forte all'inizio e alla fine del suo discorso in Senato, alla presenza del Governo al completo (premier Meloni esclusa in quanto a Varsavia per impegni politici). «Risponderò vestendo i panni dell'imprenditore perché è in questa veste che sono stata presa di mira», chiarisce in apertura.

Santanché sceglie di attaccare e parte dall'articolo pubblicato oggi su un quotidiano che la riguarda. Inizia parlando di «dati oscuri e senza fonte» nel pezzo di stampa e formula due ipotesi: «O il quotidiano ha mentito sapendo di mentire, oppure ha scelto questo giorno per una classica imboscata». Per la ministra, «sporche e schifose pratiche». «Oggi tocca a me domani, potrebbe colpire qualsiasi cittadino, politico e non», avverte, seguita da un applauso della maggioranza. «Se avessi ricevuto - "ma non è mai arrivato", sottolinea ancora - un avviso di garanzia ve l'avrei detto, perché per me non sarebbe cambiato nulla di una virgola».

Santanchè torna un paio di volte sullo "scandalo" che destano note di colore («come mi vesto, dove abito, come conduco aziende, nomignoli appioppati») e afferma di non dover rispondere a «trasmissioni tv o inchieste scandalistiche». Più avanti, l'altra stoccata: «Mi fa sorridere che le critiche più feroci vengano da molti che in privato hanno tutto un altro atteggiamento nei miei confronti a cui a volte fa anche piacere magari chiamarmi per prenotare nei locali di intrattenimento che io ho fondato.

Ma io sono felice di farlo, e mi fermo qui per carità di patria».

Santanchè, caso Visibilia: ministro vincola per creditori villa in Centro a Milano

La difesa 

La seconda parte del suo intervento è dedicata a una risposta del merito: chiarisce di aver «fatto legittimamente ricorso a tutti gli strumenti messi a disposizione dai precedenti governi» e di non aver mai «abusato delle posizioni apicali delle aziende», né di aver ricevuto favoritismi. La fonte dell'inchiesta, sostiene la ministra, è un socio di minoranza (di cui non fa il nome), definito «una sorta di finanziere (e non un piccolo risparmiatore) partito da Torre del Greco, poi andato a Londra, poi Svizzera e che ora risiede alle Bahamas». Avrebbe «tentato di costringermi ad accordi inaccettabili per me», aggiunge, riferendo che la diffida contro di lui è arrivata con l'intervento «amichevole» dello studio legale La Russa (l'unico da parte del compagno di partito, precisa).

Nega compensi multimilionari dalle aziende e chiarisce di essere uscita da tempo da Ki Group, definendo «non notizia» quella relativa alla dipendente part-time di Visibilia, aggiungendo poi che per il risanamento delle quattro società riferibili a quest'ultimo nome «ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso e sfido chiunque a indicarmi un numero cospicuo di persone che impegnano tutto il patrimonio per salvare le aziende». 

Cosa aspettarci

Dalle opposizioni, Stefano Patuanelli del M5S ha annunciato una richiesta di sfiducia individuale (seguita dal coro «dimissioni dimissioni» del suo partito), Antonio Misiani che il Pd chiederà informazioni ad altri ministri per i fatti su cui ritiene ci sia stata poca chiarezza dalla Santanché. 

La presenza compatta del governo in Aula accanto a Santanché sembra costituire però un messaggio chiaro di unità da parte dell'esecutivo in difesa della ministra. Il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha portato la «solidarietà concreta forte e reale» testimoniata dalla presenza degli esponenti del governo. Toni simili dal Carroccio: riferire in aula per un'inchiesta giornalistica è stato un «atto non dovuto», ha sottolineato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, ricordando anche campagne mediatiche che hanno coinvolto il suo partito e poi "sgonfiatesi", come quella Metropol. Il senatore di FdI Alberto Balboni parla invece di «sedicenti organi di informazione noti per la loro faziosità». 

 

Ultimo aggiornamento: 18:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA