Potrebbe intervenire il Fattore Denis. Ovvero, Verdini. E' il pontiere tra i due Mattei, è un garantista doc, anche per questioni personali, e se riuscisse a convincere - questa la speranza che serpeggia nel congresso leghista di Milano - Renzi a non infierire su Salvini nel voto per la vicenda Gregoretti, il cosiddetto Capitano riuscirà a sottrarsi all'autorizzazione a procedere nella conta in Senato del 20 gennaio. Salvini ostenta tranquillità ma è inquieto. E se Renzi fa scattare il Salva-Salvini, in nome del garantismo e della divisione dei poteri modello Montesquieu, citato dal leader di Italia Viva l'altro giorno nel discorso in Senato e citato ieri dall'altro Matteo, cambia tutta la storia e forse anche il destino della legislatura.
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BASTONE E CAROTA
I renziani ribadiscono: «Dobbiamo prima leggere le carte». E Renzi un po' apre e un po' no. Tiene Salvini sulle spine e lo fa così: «Noi siamo sempre garantisti. Ma Salvini non dobbiamo giudicarlo noi: dobbiamo solo decidere se ricorrono le condizioni per procedere sull'eventuale reato del ministro. L'autorizzazione a procedere non ha niente a che vedere con il garantismo. Il nostro giudizio politico e umano nei confronti di Salvini è netto: ha sbagliato lui e con lui ha sbagliato tutto il suo Governo che lo ha vergognosamente sostenuto e coperto». E ancora: «Processualmente - aggiunge l'ex premier - abbiamo già votato in passato a favore dell'autorizzazione e non credo che la vicenda sia molto diversa. Tuttavia, correttezza vuole che prima si leggano le carte, poi si comunichi la decisione: tutti i politici dovrebbero imparare a fare così, attenendosi al merito e non fermandosi agli slogan. Certo noi non cambiamo idea sulla base dell'interesse politico: giudichiamo i fatti». Ecco, Renzi non si sbilancia, chissà davvero se Verdini - ma le speranze leghiste rischiano di essere una boutade - s'impegnerà nella vicenda e con quali esiti e comunque i numeri nella Giunta che deciderà sono molto sul filo. E il fronte pro-Salvini può avvalersi di un voto in più, perché la Lega ha acquisito Urraro dai 5 stelle e gli anti-salviniani (in quel fronte c'è anche lavvocato Giarrusso molto prudente: «Leggiamo le carte e vedremo») si sono indeboliti. Quindi? «Un attacco alla sovranità dell'Italia», «non vedo l'ora di portare milioni di italiani al mio fianco in tribunale ma bisogna trovare un luogo adatto ad accoglierli tutti» e cose così va dicendo Salvini. «La verità - confida ai suoi - è che noi stiamo crescendo sempre di più, Conte e il suo governo di traditori sono alla frutta e l'unico modo per farci fuori è quello solito: la via giudiziaria».
NUBI 2020
Sul leader leghista, per il 2020, s'addensano del resto molte tegole giudiziarie.