Meloni-Schlein, lungo duello sino alle Europee: quali i rischi (e i possibili vantaggi) per entrambe. Il confronto in tv

Entrambe le leader politiche potrebbero decidere di presentarsi alle elezioni europee, un nuovo duello tutto al femminile. In calendario (ancora da definirsi) il confronto televisivo Meloni Schlein.

Venerdì 5 Gennaio 2024 di Riccardo Palmi
Un duello tutto al femminile quello tra Meloni e Schlein, si va verso le europee passando per un confronto in tv

Candidarsi alle Europee «sarebbe una cosa utile e interessante», lo ha detto ieri in conferenza stampa la premier Giorgia Meloni, aggiungendo in verità che una decisione su questo ancora non l’ha presa, ma l’idea c’è. Se una candidatura della premier in Europa dovesse davvero materializzarsi, potrebbe innescare tra le altre cose, una sorta di duello con un’altra leader, la nuova segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.

E così la premier riuscirebbe a impostare uno schema che già si era visto alle elezioni politiche del 2022, e che per lei e il suo partito – visti i risultati - ha funzionato: lo schema del duello. Un anno e mezzo fa, la sfida a due fu con Enrico Letta, questa volta a rendere il dualismo persino più evidente sarà il fatto di avere come avversario una donna.

Il passato con Letta

Questo percorso emerge abbastanza chiaramente nelle parole di Meloni. Una sua eventuale candidatura in lista alle europee, ha detto, «potrebbe forse portare anche altri leader a fare la stessa scelta, penso nell’opposizione, potrebbe anche diventare un test democratico di altissimo livello molto interessante». E il pensiero inevitabilmente è andato a Schlein e all'ipotesi, sicuramente presa in considerazione al Nazareno, di presentare la segretaria come capolista in tutte le circoscrizioni del voto per l'europarlamento. Insomma, un nuovo match Meloni-Schlein nella sua forma più pura, che potrebbe sostanziarsi (anche qui ripetendo il precedente di Letta nel 2022) in un confronto tv.

Il confronto tv, entrambe dicono di si 

Ieri la premier si è resa disponibile per un faccia a faccia televisivo con la leader dem, in una sede ancora da definire, una sorta di anticipazione dell’eventuale ring europeo. Ed Elly Schlein non si sottrarrebbe: "Sono sempre pronta al confronto", dice. La prima e unica occasione di confrontarsi pubblicamente con Meloni c'è stata solo durante le comunicazioni della premier del 15 marzo scorso, dopo il naufragio di Cutro cha ha visto la morte di 94 persone. Lontane dalle telecamere, poi, Schlein e Meloni si sono viste a Palazzo Chigi, quando la premier ha ricevuto le opposizioni per discutere di salario minimo, tema che tra l’altro, rimane motivo di scontro aperto tra i rispettivi partiti.

Un confronto tra le due donne ci sarebbe potuto essere anche sul palco di Atreju, ma la Schlein aveva declinato l’invito, “ll confronto ci sarà in Parlamento", aveva spiegato la segretaria. Le due ne avrebbero di cose di cui parlare, e sulle quali confrontarsi, Elly Schlein aveva detto: “Questo non vuol dire che su alcuni temi specifici non ci possano essere confronti, lo dico da questa estate. Chiedo a Meloni, almeno sulla violenza di genere, di fare un confronto per un passo in avanti". Rimane da capire a chi tornerebbe più utile un faccia a faccia. La polarizzazione del confronto scelta da Letta alle elezioni politiche non si dimostrò particolarmente fruttuosa per il Pd. È vero che alle europee il voto è proporzionale, e dunque lo schema a due potrebbe aiutare i democratici ad attrarre l'elettorato di opposizione sottraendo consensi ai Cinquestelle e confermandosi come partito-guida del fronte antigovernativo; ma al tempo stesso Schlein ha in testa una strategia di più lungo respiro, ovvero la necessità di rimettere in piedi un'alleanza delle opposizioni (il fantomatico “campo largo”) ridotto in macerie dal voto del 2022, e infatti fino a oggi la leader ha sempre evitato di accentuare i motivi di scontro con Conte e i pentastellati.

Sulla decisione se accettare o no lo schema a due implicitamente offerto da Meloni i dem si dividono. Molti temono che alla fine l'unica a guadagnarci possa essere proprio la premier. Anche l'eventuale scelta di lasciare il posto di capolista alla segretaria nelle europee solleva parecchi dubbi tra gli uomini e soprattutto tra le donne del Pd. Se Schlein si candidasse, calamitando sul suo nome le preferenze, involontariamente finirebbe per penalizzare le altre candidate del suo partito, perché la legge elettorale impedisce agli elettori di indicare la preferenza a due candidati dello stesso sesso: insomma chi mette la croce su Schlein può aggiungere un altro voto solo per un uomo, non per una donna. Considerando che la segretaria una volta eletta dovrebbe rinunciare al suo seggio al parlamento europeo, il risultato finale sarebbe quello di portare a Strasburgo meno donne, favorendo i candidati uomini.

Ma la suggestione di una sfida alla Meloni in campo europeo resta. Un duello tutto al femminile, destinato a protrarsi fino a giugno per una lunga campagna elettorale. Si vedrà per quale delle due donne il percorso si rivelerà vincente.

Ultimo aggiornamento: 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA