Meloni, la sospensione di Pozzolo un segnale agli eletti FdI: «Basta irresponsabili»

Il monito della premier in vita delle Europee: «Ora sarò rigida sulle regole»

Venerdì 5 Gennaio 2024 di Francesco Bechis
Meloni, la sospensione di Pozzolo un segnale agli eletti FdI: «Basta irresponsabili»

La linea dura, anzi durissima con il deputato Emanuele Pozzolo che ha sparato a Capodanno: sospeso subito dal partito, poi si vedrà. Il messaggio a Fratelli d'Italia e i suoi fedelissimi al governo: serve «responsabilità», d'ora in avanti «sarò rigida». E ancora, la difesa della sua creatura politica dall'accusa di una gestione famigliare e familistica delle cariche: «Mi sono stufata, Arianna è una militante da sempre».

IL MONITO

Montecitorio, conferenza stampa. Giorgia Meloni prende di petto la polemica che più di tutte imbarazza il suo partito in queste ore.

Il colpo esploso a una festa nel biellese dal Pozzolo la notte di San Silvestro rimbalza all'atteso faccia a faccia della premier con i cronisti. Sembra quasi sollevata lei mentre annuncia il pugno duro. «Ho chiesto che il parlamentare Pozzolo venga deferito alla commissione garanzia e probiviri di Fratelli d'Italia e che nelle more nel giudizio della commissione venga sospeso da Fratelli d'Italia». L'onorevole destino del deputato di Vercelli è dunque nelle mani dei commissari di FdI. Sono sei e tutti civici, commercialisti e avvocati, fra loro l'ex sottosegretario alla Difesa del governo Monti Filippo Milone.

È infuriata Meloni per il nuovo polverone che si è addensato sulla sua creatura politica. E se non accetta la critica di una classe dirigente lasciva, inadeguata, «c'è sempre qualcuno che non ti aspettavi e fa errori o cose sbagliate», coglie comunque la palla al balzo e lancia un monito ad uso interno. La pistolettata di Pozzolo è un incidente che non deve capitare a nessuno, «figuriamoci a un parlamentare di FdI», perché anche chi ha un porto d'armi legale ha il «dovere legale e morale di custodire quell'arma». È una questione di «responsabilità». Meloni ne fa un mantra. Non la chiede ai suoi, la pretende. «Non sono disposta a fare questa vita se le persone intorno a me non sentono la responsabilità, io vivo questa responsabilità. Su questo sarò rigida». Ecco che allora il cenone di Capodanno a Rosazza - e il colpo partito a Pozzolo che ha ferito il genero di un agente della scorta di Andrea Delmastro, arci-meloniano sottosegretario alla Giustizia - offre l'occasione per una strigliata al partito e ai suoi eletti in vista delle Europee. Chi sbaglia, paga. E se è di Fratelli d'Italia, paga doppio. Certo, Meloni fa scudo ai vertici, difende a spada tratta la sorella Arianna, oggi a capo della segreteria e dei tesseramenti, da chi evoca l'immagine di un partito-famiglia, di un "bunker Meloni" dietro le scelte che contano. «Si sa che quando dedichi tanto tempo alla politica le persone diventano amici, moglie o marito», tuona Meloni. «Mia sorella è da 30 anni militante di FdI, forse la dovevo mettere in una partecipata statale come fanno gli altri, l'ho messa a lavorare al partito mio». È invece un partito aperto, rilancia la leader, anche a «culture e mondi lontane dalla nostra storia politica». A chi le chiede se arriverà dopo le Europee il momento giusto per battezzare un grande partito conservatore, magari insieme a moderati e Forza Italia, Meloni risponde a metà. «Non ci sto mettendo testa», anche se «la mia aspirazione è rappresentare sempre più cittadini». Un disegno per ora solo abbozzato, ma per nulla archiviato, spiegano fonti ai vertici del governo.

LA LINEA

Per ora però la testa della premier è alle grane di inizio anno. Chi ha parlato con Meloni nei giorni scorsi ha toccato con mano l'ira funesta della premier per il Pozzolo-gate. Il pugno di ferro non era scontato. Un'ipotesi accarezzata era infatti quella di non sospendere subito Pozzolo, se non altro per non dare una soddisfazione alle opposizioni. Ancora ieri il mattinale degli eletti di Fratelli d'Italia Ore Undici invitava alla cautela: «Saranno presi gli opportuni provvedimenti qualora dovessero emergere comportamenti irregolari o inadeguati da parte dell'On. Pozzolo».

Meloni ha deciso di suo polso, tuttavia ai più stretti ha spiegato la scelta. Quel che meno tollera, e non tollererà più, è «la superficialità». È un monito ricorrente. Già a settembre, all'Assemblea nazionale di FdI, la premier aveva dettato le regole per gli eletti: «Concentrazione, lucidità, responsabilità». Tutte e tre ignorate in quella folle notte di Capodanno.

Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 14:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA