Manovra, vertice al Mef. Arriva il no di Meloni sui porti da privatizzare: «Non è nel nostro programma»

Caccia alle risorse: in bilico payback sanitario e bonus 18enni

Giovedì 31 Agosto 2023 di Francesco Malfetano
Manovra, vertice al Mef. Arriva il no di Meloni sui porti da privatizzare: «Non è nel nostro programma»

«Il tema della privatizzazione dei porti non è all’ordine del giorno e non credo sia un tema da campagna elettorale». A porre la parola fine sulla querelle estiva nata attorno all’idea di Forza Italia di vendere alcuni beni demaniali della Penisola è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Un altolà - in un’intervista al Sole24Ore - che arriva però quando lo stesso vicepremier, ministro degli Esteri e leader azzurro Antonio Tajani aveva già precisato come la loro proposta rispondesse al principio del «meno Stato e più impresa per far crescere l’economia».

Il riferimento è cioè, più che ai beni demaniali come i porti, ad alcuni servizi che possono essere resi più profittevoli con un intervento privato. «Rimane il tema dell’efficienza e gli aspetti strategici - ha chiarito nei giorni scorsi - Possiamo anche pensare di avere una vigilanza severa da parte dello stato, con presidenti scelti da Cassa depositi e prestiti». 

Parole che fanno il paio con le intenzioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti («Può darsi ci siano altre realtà in cui sia opportuno in qualche modo disinvestire»), e lasciano intendere che qualche cessione per ottenere risorse utili alla Manovra potrebbe esserci eccome.

Meloni, minacce social per lo stop al Reddito: allerta per la visita a Caivano. Salvini: «Non ci faremo intimidire»

IL VERTICE

Proprio la caccia alle risorse del resto, è la vera sfida in questa fase. Tant’è che ieri a via XX settembre Giorgetti ha incontrato i suoi collaboratori e i dirigenti generali del ministero per analizzare l’andamento del deficit e del fabbisogno e la gestione del debito. Tutti elementi essenziali per valutare i margini di manovra all’interno della Legge di Bilancio. 

Per gli esperti - quando manca poco meno di un mese alla definizione della Nadef e di più per l’invio del Documento programmatico di bilancio a Bruxelles, entro il 15 ottobre - la situazione è inevitabilmente «molto fluida» e un rendiconto accurato ancora impossibile.

LE RISORSE

Il lavorìo alla ricerca delle risorse è tutt’altro che terminato. Le risorse finora disponibili si fermano a 7-9 miliardi (più o meno quelle necessarie per rinnovare il taglio al cuneo fiscale): i 4,5 miliardi ricavati in deficit dal Def, cui si aggiungono i 2-2,5 miliardi attesi dalla nuova tassa sugli extraprofitti delle banche. Altri 2 miliardi dovrebbero arrivare dai risparmi dell’assegno unico, mentre un aiuto è atteso dalla minor spesa per il caro-energia che l’anno scorso aveva assorbito due terzi della legge di bilancio.

Nel nome di quel tentativo di “politicizzare” la Manovra scandito da Meloni in cdm, nel mirino sono finite tutte le misure introdotte dagli esecutivi precedenti. Non solo il Superbonus al 110% attaccato dalla premier, nella lista dei possibili ritocchi potrebbe finire ad esempio anche il payback sanitario, una normativa che risale al 2015, su cui è in corso un approfondimento: a fine luglio è stata decisa la proroga di tre mesi (al 30 ottobre) ed è stato annunciato che ci sarà un tavolo per trovare una «soluzione strutturale» alla vicenda. Traballano inoltre anche alcune micro-norme come la App18, istituita dal governo Renzi: la misura è già stata «riformata» dalla scorsa legge di bilancio, che l’ha sdoppiata in due carte in base a Isee e e merito. Portano il marchio di governi precedenti anche alcuni i crediti di imposta che potrebbero essere oggetto di potatura.

E non è escluso che si debba proseguire dato che, conti alla mano, per la Manovra si stima una necessità di almeno 30 miliardi di euro tra tassazione agevolata sui premi di produttività, agevolazioni per i mutui sulla prima casa ai giovani, sostegni alle famiglie numerose e alla natalità, spese indifferibili, ponte sullo Stretto e social card per il carburante. E le misure sono tutt’altro che definite. 

Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA