ROMA «Se ne occupa il Viminale». Tra i fedelissimi della premier Giorgia Meloni, non faticano a definire «non casuale» il silenzio di palazzo Chigi sulla vicenda di Pisa e le relative polemiche.
Da qui anche il duro affondo spiccato da via della Scrofa (con l'ovvia regia a distanza meloniana) nei confronti della «sinistra». L'idea è contro bilanciare attraverso FdI il caso politico che Schlein&Co - specie dopo le accuse mosse da Meloni alla segretaria dem dopo i violenti attacchi alla premier da parte del governatore campano del Pd Vincenzo De Luca - sembrano voler sollevare soffiando sul dissenso. Il messaggio che si sta cercando di far passare con dichiarazioni in batteria di capigruppo ed esponenti (anche degli altri partiti della maggioranza) è che non si può continuare ad alimentare l'odio nei confronti delle forze dell'ordine, altrimenti il rischio che i manifestanti possano trascendere aumentano a dismisura. Una contrapposizione evidenziata anche dall'intervento di Mattarella di sabato, anticipato non a caso dal sostegno a Meloni per gli oltraggi ricevuti nei giorni precedenti. Il clima, in altri termini, non può e non deve degenerare. Anche perché significherebbe indebolirsi quando il contesto internazionale già pone l'Italia in una posizione di potenziale difficoltà, e quando alle porte ci sono - appunto - eventi determinanti come il G7 o le elezioni europee.
LA GESTIONE
Nell'immediato «gestire» la situazione passa anche per non legittimare ulteriori scontri. Né intervenendo duramente nei confronti di eventuali cortei, né prendendo provvedimenti dettati dall'opinione pubblica (la posizione del questore di Pisa Sebastiano Salvo è in bilico, ma si attenderanno le indagini), né inasprendo regole di gestione dell'ordine pubblico che già esistono e sono valutate come sufficienti a tutti i livelli («Non sono cambiate per il G8 di Genova, non cambieranno oggi» ragionano fonti parlamentari).Considerazioni a cui si allinea l'intervento di Matteo Salvini di ieri. «È giusto analizzare se si è fatto tutto quello che si doveva» o «se qualcuno ha ecceduto, sono donne e uomini non sono robot, ma è inaccettabile che» tutti coloro «che garantiscono sicurezza e democrazia» vengano «tirati in ballo nella contesa politica. Giù le mani dalle nostre forze dell'ordine», ha spiegato il vicepremier alla scuola politica della Lega. Aggiungendo, non a caso, come «le parole del presidente Mattarella si leggono ma non si commentano».