“Però, l’autonomia no”. Ripetono questo tutti in Basilicata, anche quelli che hanno appena votato per la Lega regalando a Matteo Salvini il successone del quasi 20 per cento per il Carroccio e della vittoria, più sua che di Berlusconi, del candidato del centrodestra Bardi.
Ma l’autonomia? Anche dopo il trionfo salvini in Abruzzo il refrain dei cittadini di quella regione fu: “Però l’autonomia non ci piace....”. E l’autonomia è un problema per il capo leghista. I risultati alle ultime Regionali (Abruzzo, Sardegna e Basilicata) dimostrano che il Carroccio guadagna al Sud più voti del previsto, anche a scapito dell'alleato grillino.
Perché - ci si chiede nella Lega, ma senza farsi seguire da Fontana e Zaia, i due governatori del lombardo-veneto - fermare questo trend con una riforma a direzione settentrionale? Meglio aspettare il voto delle Europee, per poi riaprire il dossier da una posizione di forza. Uno scenario che spaventa appunto Zaia e il suo collega lombardo, i quali avrebbero in più occasioni spiegato a Salvini che senza la riforma del federalismo differenziato potrebbero scoppiare i malumori ora sopiti nella Lega. Dove la vecchia guardia e gli iscritti sopra il Po fanno ancora fatica a capire la svolta nazionale del leader.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Ma l’autonomia? Anche dopo il trionfo salvini in Abruzzo il refrain dei cittadini di quella regione fu: “Però l’autonomia non ci piace....”. E l’autonomia è un problema per il capo leghista. I risultati alle ultime Regionali (Abruzzo, Sardegna e Basilicata) dimostrano che il Carroccio guadagna al Sud più voti del previsto, anche a scapito dell'alleato grillino.
Perché - ci si chiede nella Lega, ma senza farsi seguire da Fontana e Zaia, i due governatori del lombardo-veneto - fermare questo trend con una riforma a direzione settentrionale? Meglio aspettare il voto delle Europee, per poi riaprire il dossier da una posizione di forza. Uno scenario che spaventa appunto Zaia e il suo collega lombardo, i quali avrebbero in più occasioni spiegato a Salvini che senza la riforma del federalismo differenziato potrebbero scoppiare i malumori ora sopiti nella Lega. Dove la vecchia guardia e gli iscritti sopra il Po fanno ancora fatica a capire la svolta nazionale del leader.