ROMA Forza Italia non si dà pace.
Discorso a parte, quello sul sottosegretario con delega allo sport: tre gli azzurri in lizza, ma molto dipenderà da un'altra partita, quella della presidenza della Figc, che si giocherà lunedì mattina quando dovrà essere eletto il numero uno della Federazione del gioco calcio appunto. Favoriti, dunque, sarebbero tre deputati: lo schermidore olimpionico Marco Marin, il presidente della Fin Paolo Barelli e Cosimo Sibilia, ma quest'ultimo dovrebbe rinunciare alla candidatura a presidente della Figc che lo vede contrapposto all'attuale presidente federale, Gabriele Gravina. Sottogoverno, vicepresidenza della Camera e capogruppo a Montecitorio. Questi, dunque, i tre passaggi chiave per una Forza Italia che prova a rilanciarsi, con un coordinatore unico, Antonio Tajani (affiancato da una donna, la presidente dei senatori Anna Maria Bernini), alle prese con una delle fasi più delicate del movimento azzurro, che si è ritrovato forza di governo con i consensi più bassi dalla sua fondazione, nel '94. Quanto all'incarico di vicepresidente della Camera, Fi non molla la presa e punta a piazzare una delle sue donne al posto della Carfagna: l'ex ministro Stefania Prestigiacomo o Annagrazia Calabria, anche se tra i pretendenti ci sarebbe sempre Simone Baldelli, vice capogruppo a Montecitorio e delegato d'aula.
Più complicata la partita per il 'dopo Gelminì alla guida dell'assemblea di Montecitorio. Tajani ha proposto di nominare il nuovo presidente dei deputati con una «votazione democratica» e non per acclamazione, ma alcuni temono che in questo momento le elezioni potrebbero portare a una resa dei conti interni, che formalizzerebbe la spaccatura interna tra l'ala liberal-moderata e il fronte sovranista. Ancora non è stata fissata una dead line, un data per trovare il successore della Gelmini: di certo, si attenderà la nomina dei sottosegretari con tanti azzurri in lizza, papabili pure per l'incarico di capogruppo, ma poi, raccontano, una decisione dovrà esser presa, soprattutto per evitare 'vuoti di poterè in questa fase transitoria con un accordo tra correnti su un nome non divisivo. In pole ci sarebbe sempre il 'facente funzionì Roberto Occhiuto, in predicato di diventare il candidato del centrodestra alla presidenza della Calabria, Regione chiamata al voto dopo la prematura scomparsa dell'azzurra Jole Santelli. Le elezioni calabresi dovrebbero tenersi in primavera o a giugno, ma per preparare al meglio la campagna elettorale, bisogna partire in anticipo e sciogliere il nodo Occhiuto, appunto. Ieri nel totonomi per il posto di capogruppo si è aggiunto il coordinatore regionale del Piemonte, Paolo Zangrillo. Continuano a circolare le candidature del portavoce unico dei gruppi azzurri, Mulè, dato in corsa pure per un posto di sottosegretario; dell'ex sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo e di Mandelli, responsabile Sanità del partito, anche lui indicato nella squadra di Draghi. Qualche altra candidatura è tenuta per ora 'copertà. Si attendono nuovi sviluppi la prossima settimana, che potrebbe essere decisiva per sbloccare lo stallo attuale.