G20, Ricciardi: «Candidatura naturale per il summit ma la sindaca si deve dare da fare»

Domenica 20 Settembre 2020 di Lorenzo De Cicco
G20, Ricciardi: «Candidatura naturale per il summit ma la sindaca si deve dare da fare»

«Non è questione di campanile- dice Walter Ricciardi, super-consulente del governo per l'emergenza Covid e membro italiano del board dell'Oms - in tutti i paesi del mondo, quando si svolge un evento di questo tipo, si realizza nella Capitale. Certo il sindaco, come rappresentante della città, deve sicuramente manifestare interesse e disponibilità, altrimenti è chiaro che il problema nemmeno si pone: si va da un'altra parte».
E allora perché, professore, secondo lei il Campidoglio ancora non si è mosso, mentre altre città sono già in pista da giorni?
«Questo non dovete chiederlo a me. Sia chiaro: a livello procedurale la decisione è del governo. Sarà il presidente del Consiglio, insieme al ministro della Salute, a formalizzarla. Ma certamente il sindaco della città dovrà manifestare interesse e apertura. Mi sembra ovvio: se il sindaco dice che non è interessato, la scelta cadrà per forza altrove. Si dà per assodato che il Comune manifesti interesse e disponibilità, perché poi è tutta la città ad essere coinvolta a livello logistico, pensiamo all'arrivo di capi di stato e di governo. Ma Roma, da questo punto di vista, è certamente attrezzata».
Invece, per ora, si sono fatte avanti Bergamo e Milano, nella Lombardia dove il modello sanitario, col Covid, è collassato tra scandali ed errori. Ieri si è candidata Padova.
«Non voglio entrare in polemiche campanilistiche, come dicevo. La cosa più importante è l'attribuzione di questo summit di grande valore all'Italia. E in genere, è la mia opinione, questi eventi li ospita la Capitale. L'importante è che sia organizzato al meglio».
Raggi per il momento tace. Quando prenderà il governo una decisione?
«La notizia del summit sulla salute è freschissima, l'annuncio della presidente della Commissione Ue è di pochi giorni fa, quindi il governo non ha ancora affrontato il tema. Vorrei però sottolineare una cosa: sono due gli eventi che, nei prossimi mesi, daranno all'Italia un riconoscimento assoluto a livello internazionale sulla modalità con cui ha gestito l'emergenza Covid e per il suo sistema sanitario nazionale: uno è la presidenza del G20, programmata da anni, poi c'è appunto il Global Health Summit, il vertice annunciato da Ursula von der Leyen, un summit che dall'Italia farà capire come tutta l'Europa si sta muovendo per tutelare la salute del pianeta. Il 2021, come italiani, ci vedrà protagonisti assoluti, sia a livello europeo che mondiale».
Non è solo una vetrina: ospitare un grande evento come il G20 della Salute porta con sé anche sviluppo. E risorse.
«Certamente, sperando naturalmente che si possa fare in presenza. Gli ultimi eventi di questo tipo si sono fatti con una piccola parte in presenza fisica e il resto in collegamento. Ma nel 2021 speriamo che le cose vadano diversamente, lavoriamo tutti per fare in modo che sia l'anno, come dire, risolutivo. Al Ministero per il G20 stiamo lavorando su 4-5 grandi temi che metteremo sul tavolo con gli altri paesi, il ministro Speranza ha creato un pool proprio per definire l'agenda».
Come vede le prossime fasi dell'epidemia? Ieri altri 1.600 casi, 24 morti. È preoccupato?
«Al momento con la Germania e la Finlandia siamo tra i paesi che stanno reggendo meglio, ma iniziamo ad avere segnali di allarme, con un aumento costante del numero di contagi e purtroppo anche dell'ospedalizzazione. Se non si mantiene alta la soglia della tensione e delle precauzioni, la situazione non può che peggiorare. Dobbiamo ignorare chiunque dica che è tutto finito, è gente pericolosa, anche se si tratta di professionisti».
Le scuole? Già si notano i primi casi d'infezione tra gli studenti.
«Per ora mi sembra che le cose vadano bene, ma gli effetti li vedremo tra due-tre settimane».

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Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 04:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA