Finalmente un Paese per “giovani”, che guarda anche al futuro e che, dopo 50 anni, rende il servizio civile un merito riconosciuto dallo Stato. Grazie al cosiddetto decreto PA approvato nei giorni scorsi, il 15% dei posti nei concorsi pubblici, per le assunzioni di personale non dirigenziale, sarà riservato agli operatori volontari che abbiano concluso il servizio civile universale senza demerito.
Premio al servizio civile, nei concorsi pubblici il 15% ai volontari
La riserva per chi ha concluso il Servizio Civile riguarderà tutti i concorsi per l’assunzione di personale non dirigenziale, banditi per tutte le amministrazioni dello Stato, compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende e le amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo; le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni; le istituzioni universitarie; gli Istituti autonomi case popolari; le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali e infine le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale. Inoltre, è da prevedere anche nei concorsi pubblici delle aziende speciali e istituzioni strumentali all’attività degli enti locali. Sinora i volontari sono stati coinvolti in progetti pubblici o privati per un anno, ricevendo un compenso mensile di 450 euro, per un massimo di 25 ore settimanali. I governi in generale hanno sempre avuto pochi margini di manovra, dovendosi accontentare di fondi pluriennali, mentre oggi l’arrivo dei fondi europei del Pnrr apre nuove possibilità anche per il servizio civile. Per incidere, però, bisogna “interpretare”. Il servizio civile di oggi non è quello di mezzo secolo fa. Non è obiezione di coscienza. E allora cos’è? Per Abodi è anche «una attitudine, una vocazione». Ma come per altre vocazioni, pure la vocazione al servizio civile è in calo. Quasi allarmante. Per 71.000 posti sono arrivate 105.000 domande. È aumentata l’offerta, è diminuita la domanda. Non soltanto nel governo di centrodestra imputano la disaffezione al volontariato anche al reddito di cittadinanza: maggiore retribuzione possibile, nessuna fatica sicura. Il Governo ora si sta muovendo su alcune direttrici: la prima è rappresentata dall’articolazione tematica del servizio, con i bandi per il servizio civile digitale e il servizio civile ambientale, ai quali seguiranno altri due affascinanti declinazioni, ovvero il servizio civile turistico e quello agricolo; la seconda è dedicata alla certificazioni delle competenze, modello elaborato insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che sostanzierà ulteriormente il valore della norma relativa alla riserva nei concorsi pubblici.
Vedremo ora quanti risponderanno al nuovo bando per la selezione di 4.629 giovani tra i 18 e 28 anni, da impiegare in 213 progetti, afferenti a 76 programmi di intervento di Servizio civile digitale da realizzarsi in Italia. Entro le 14 del 28 settembre gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL), raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo domandaonline.serviziocivile.it.
Il tutoraggio
A questa opportunità si aggiungerà anche quella del servizio civile ambientale, tema quanto mai sentito tra i giovani. Alcuni progetti prevedono una riserva di posti dedicati ai giovani con minori opportunità e/o un periodo di tutoraggio da uno a tre mesi. Gli aspiranti operatori volontari possono presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto ed un’unica sede. L’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio aumenta a € 507,30, di poco rispetto al passato, ma è solo l’inizio del futuro.