Stefano De Martino: «Sanremo? Sono ancora troppo giovane. Con Belen siamo in allontanamento, ma i drammi sono altri»

Lo showman da stasera e fino a sabato sarà al teatro Brancaccio di Roma

Giovedì 14 Marzo 2024 di Ilaria Ravarino
Stefano De Martino: «Sanremo? Sono ancora troppo giovane. Con Belen siamo in allontanamento, ma i drammi sono altri»

Con la tappa romana di stasera al teatro Brancaccio (ci rimarrà fino a sabato), Stefano De Martino, 33 anni, è vicino alla conclusione di un ciclo.

Quello aperto nel 2023 il suo Meglio stasera, il "quasi one man show" in cui ripercorre, tra recital, musica e danza, le fasi salienti del suo percorso professionale: la nascita a Torre Annunziata, il lavoro da fruttivendolo e parcheggiatore, infine quello di ballerino e intrattenitore sull'onda della popolarità riscossa con Amici. Dal primo aprile («E non è uno scherzo», assicura lui) tornerà su Rai2 con Stasera tutto è possibile: per il sesto anno alla guida di un programma che, prima di lui, era condotto da un certo Amadeus.

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La tournée si concluderà a fine mese a Napoli: un bilancio?
«Mi sento cambiato. Il teatro ti forma, ti abitua alla gestione dell'imprevisto. Lo spettacolo stesso, nel tempo, è mutato: come un paio di scarpe, che a forza di usarle prendono la forma giusta».


Chi ha invitato alla prima romana?
«Tutti gli amici. Anche Renzo (Arbore, ndr) dovrebbe venire. È una data importante: il pubblico romano è abituato al teatro ed è esigente».


Diceva di essere noto ma non famoso. E adesso?
«Ho sempre fatto leva sulle basse aspettative. Forse sto migrando verso la fama. Fama relativa: c'è sempre qualcuno più famoso di te».


Sanremo, si fa sempre il suo nome tra i papabili. Un'idea di come lo farebbe ce l'ha?
«Ogni anno, guardando i Sanremo degli altri, mi vengono idee. Ma sono ancora molto giovane e ho troppa poca esperienza. Non potrei dirigere quella macchina. Aspetto di avere qualche capello bianco».


Ma se squilla il telefono
«Se squilla, rispondo cordialmente e ne sarei felice. Fino a due anni fa chi l'avrebbe mai detto che sarei stato anche solo in lizza? Sanremo è la laurea, la facoltà è la televisione: sono nel corso giusto, ma mi manca qualche esame per farcela».


Se non lei, chi?
«Mi piacerebbe, questioni aziendali a parte, Bonolis (è un uomo Mediaset, ndr). Ma il mio festival 2025 del cuore è condotto da due donne: Laura Pausini e Paola Cortellesi. Sarebbe perfetto per quest'epoca».


Balla, intrattiene, conduce: che fa, vuole competere con Fiorello?
«Da parte mia sarebbe veramente stupido. Ho trent'anni di carriera in meno e Fiorello è lo showman italiano, un riferimento. Anzi, lo guardo sempre per non cadere nella tentazione di emularlo. In comune forse abbiamo il fatto che ci annoiamo facilmente. Alterniamo strumenti diversi per esprimerci».


Spesso, però, dal box di "Viva Rai2!" Fiorello la punzecchia. Le dà fastidio?
«Fa parte del gioco. Per un periodo l'ha fatto spesso, per via delle mie varie vicende (all'indomani delle dichiarazioni della sua ex moglie Belen Rodríguez sui presunti tradimenti, ndr). Ma conosco il nostro lavoro e sono a favore della comicità, sempre. Funziona così: quando tocca a te, devi stare sotto, e incassare».


Si è augurato che la storia con Belen passasse dalla «tragedia in primo piano» alla «commedia in campo lungo». A che punto siamo?
«Siamo in zoom out (in lento allontanamento, ndr). Il dramma di oggi è la farsa di domani. Di drammi, in questo mondo, ce ne sono altri».


Torna in tv l'1 aprile. È uno scherzo?
«No, lo so che suona come un pesce d'aprile ma è vero. Sarà un cazzeggio creativo, una vacanza con gli amici: Stasera tutto è possibile è un programma poco pretenzioso e onesto. La mia sesta edizione: Amadeus ne ha condotte quattro. Almeno in questo, sono a buon punto».

Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA