Raz Degan e Israele: «Mio padre non lascia il suo kibbutz. La moglie del mio fratellastro era al rave ed è sparita»

Il racconto toccante dell'attore, nato in

Domenica 15 Ottobre 2023
Raz Degan in lacrime a Verissimo: «Mio padre non lascia il suo kibbutz a Israele. La moglie del mio fratellastro era al rave e nessuno sa che fine ha fatto»

Raz Degan è nato e cresciuto a Israele e racconta il suo dramma per la guerra scoppiata in Medio Oriente. Lo fa nella trasmissione Verissimo. «Fa male all'anima tutto questo, non riesco a immaginare che siamo arrivati a tanto».

Il papà e fratello stanno la. «Mio padre ha 80 anni il nostro kibbutz è stato evacuato lui non lascia la casa. La moglie del fratello di mio fartello è mancata, era una delle ragazze che sono andate a ballare al rave a Israele per la pace è passata già una settimana». 

Raz Degan a Verissimo, il dramma per la guerra in Medio Oriente: il racconto dell'infanzia in un kibbutz in Israele, le sue origini, la carriera e la vita privata

Raz Degan, la preoccupazione per i parenti a Israele

Con gli occhi lucidi l'attore continua: «Noi ebrei quando muore qulacuno per 7 giorni stiamo a casa, ora sono passati 7 giorni e i genitori di quella ragazza non sanno che fine ha fatto perché tanti cadaveri non sono riconoscibili.

Molti aspettano notizie delle persone sequestrate ma non ci sono» 

Immagini forti quelle che Silvia Toffanin manda: «queste immagini sono meno di quello che realmente sta accadendo. Non si può immaginare, ho paura a raccontare al popolo italiano quello che sta succedendo. È tutto al di là della politica»

Si torna a parlare del padre: «Mio padre non sono riuscito a convincerlo a venire ma la mia sorellastra che ha 4 figli iene a casa mia stasera. É stato difficile portarla qua perchè non ci sono più i voli»

Il racconto 

Ma cosa è un kibbutz, Raz lo spiega: «Un kibbutz è un grande campeggio in cui iono 500 famiglie e laorano insieme io sono nato li al confine della Siria». 

Un'infanzia quella di Raz degan difficile anche da raccontare: «Io da piccolo stando al Nord le guerre erano la e per me i giochi erano gli ordigni». Ha vissuto negli anni delle grandi guerre senza il padre e con il rumore delle bombe costante. 

Il dolore di Raz non è arginabile. «Stavano festeggiando per la pace. sono stati bruciati vivi, decapitati, questa non è guerra. Loro non avevano armi». Dove finirà? «Il sangue porta sangue»

Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 13:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA